Domenica 4 marzo, nell’aula Giovanni Paolo II presso la chiesa polacca di San Stanislao a Roma, ha avuto luogo il terzo incontro inerente al ciclo intitolato: “La potenza e la bellezza della fede”, che trova riferimento nelle catechesi di Giovanni Poalo II sul tema: “Credo”. La serie degli incontri è stata organizzata dal Centro di Documentazione e Studio del Pontificato di Giovanni Paolo II e La Pastorale della chiesa di San Stanislao a Roma.
L’oratore ha ricordato che il beato Giovanni Paolo II ha pronunciato le catechesi sullo Spirito Santo negli anni 1989-1991. Erano gli anni dei cambiamenti politici e sociali in Europa e nel mondo. Il Santo Padre era molto sensibile al senso spirituale della storia. Forse per questo aveva interesse particolare sugli interventi dello Spirito Santo nella chiesa e nell’uomo.
Lo Spirito Santo rompe i modi umani di pensare e le nostre previsioni, per introdurli nel progetto divino di salvezza. Affidarsi all’azione dello Spirito, significa vedere la vita attraverso gli occhi della fede e non perdere la speranza, nonostante le circostanze sfavorevoli. Le catechesi sullo Spirito Santo – come ha osservato p. Kijas – sono racchiuse tra le parentesi di due insegnamenti sulla fede e la speranza.
Il professore ha spiegato che la missione dello Spirito Santo non è “la resa dei conti” con il mondo peccatore, che ha condannato Cristo alla morte, ma è il dare la testimonianza della verità della redenzione. A dare questa testimonianza siamo preparati mediante il sacramento della cresima. La vita di Giovanni Poalo II è stata la testimonianza che Cristo è il Redentore dell’uomo. P. Kijas ha fatto un riferimento ai bellissimi temi dei doni e frutti dello Spirito Santo; ha presentato il problema dell’azione dello Spirito nell’anima umana durante la preghiera. Si potrebbe vedere che, parlando della preghiera, il Santo Padre ha condiviso la sua esperienza di vita spirituale.
Le domande poste dopo la confere nza, a p. Kijas, riguardavano il dialogo cattolico – ortodosso e i carismi. L’oratore ha sottolineato, che la differenza tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa non riguarda importanti elementi della teologia dello Spirito Santo, ma deriva piuttosto dalle incomprensioni storiche. Le autorità ecclesiastiche godono anche della presenza dello Spirito Santo, per questo i carismi non si possono opporre alla chiesa gerarchica. Durante l’incontro si è acceso anche un interessante dibattito sul tema relativo allo Spirito Santo e alle virtù teologali, in cui si sono espresse, portando il loro contributo, persone che lavorano nel settore dei processi di beatificazione, i quali hanno constatato che lo Spirito Santo non può essere racchiuso nei nostri schemi della santità.
Don Andrzej Dobrzyński, Roma