Durante l’ennesimo incontro del ciclo “La potenza e la bellezza della fede” tenutosi a Roma il 3 giugno, è stata indicata l’attualità permanente delle catechesi del beato Giovanni Paolo II dedicate all’amore coniugale e familiare. Il tema dell’incontro si è inscritto nei festeggiamenti del VII Incontro Mondiale delle Famiglie che si è svolto a Milano e che è stato presieduto da Benedetto XVI. È stata chiesta una riflessione alla signora Marzia Del Bianco, teologa, moglie e madre di tre bambini.
La relatrice ha riconosciuto che inizialmente nella sua vita ci sono stati il matrimonio e la famiglia, mentre soltanto in un secondo tempo è giunto il momento degli studi teologici all’Università Lateranense presso l’Istituto Pontificio per gli studi su Matrimonio e Famiglia. “La vita non è come viaggiare su un’autostrada con numerose comodità – ha detto – ma è percorrere un sentiero difficile sul quale non ci si può scoraggiare”. Ce lo insegnava il beato Giovanni Paolo II e ricordava questa verità in modo particolare ai coniugi nelle sue catechesi.
Nel magistero delle catechesi del Santo Padre gli insegnamenti sul matrimonio e sulla famiglia occupano lo spazio più grande. Negli anni 1979-1984 pronunciò 129 catechesi su questo tema (l’edizione italiana delle catechesi è intitolata: L’amore umano nel piano divino). Sono suddivise in sei parti che la relatrice ha descritto brevemente, riallacciandosi poi alle esperienze di don K. Wojtyła come pastore delle giovani coppie di sposi e facendo riferimento, tra l’altro, alla testimonianza di Jerzy Ciesielski, che desiderava che la vita coniugale fosse il cammino di santificazione dei coniugi, e al libro pubblicato nel 1960 dal titolo Amore e responsabilità.
Giovanni Paolo II parlò della creazione della donna e dell’uomo e della loro vocazione all’amore reciproco, che ha una dimensione spirituale e corporale e che reca in sé il significato della complementarietà dell’uomo e della donna e della possibilità di una conoscenza più profonda di se stessi grazie alla persona amata. Cristo presentò l’amore coniugale come una vocazione all’essere dono per l’altra persona: per tale motivo Giovanni Paolo II pose un forte accento sulla dimensione dell’amore degli sposi. In tale prospettiva la sessualità non è fonte di peccato o di desiderio, ma è soprattutto un dono, la creazione della comunione della vita e delle persone.
Secondo il parere della relatrice le catechesi del Papa mostrano un aspetto personalistico dell’amore umano. Giovanni Paolo II introdusse nell’amore così concepito una dimensione sacramentale. L’amore del marito e della moglie esprime e rende presente l’amore di Cristo per la Chiesa. Ciò significa che i coniugi si amano perché loro stessi sono stati amati da Dio e la loro vita diventa la storia della redenzione con l’amore fedele, fecondo e sacro. Proprio nel matrimonio trova conferma il fatto che l’amore non è un sentimento fugace ma ha una dimensione corporale-spirituale: è la vocazione cristiana e la comunione di persone.
Anche l’amore dei genitori non si può limitare ai legami sanguigni ma deve esprimersi nella sfera spirituale della responsabilità e nell’educazione ai valori autentici. Giovanni Paolo II mostrò – ha sottolineato la signora Del Bianco – che l’amore umano è profondamente radicato nel piano di Dio.
Don Andrzej Dobrzyński