Domenica 7 ottobre, nell’aula della chiesa di San Stanislao a Roma, si è tenuto l’incontro per la commemorazione del 30° anniversario della canonizzazione di san Massimiliano, proclamato santo in Vaticano il 10 ottobre 1982 dal beato Giovanni Paolo II. L’incontro, unito alla presentazione dell’album L’amore è un dono pubblicato per ricordare la celebrazione, è stato organizzato dal Centro di Documentazione e Studio del Pontificato Giovanni Paolo II e dalla Pastorale della chiesa polacca di Roma. Sono stati invitati a prendere la parola i collaboratori della Congregazione per le Cause dei Santi: il sottosegretario don Bogusław Turek CSMA e il relatore, professor padre Zdzisław Kijas OFM Conv. L’incontro è stato condotto dal dottor don Andrzej Dobrzyński, direttore del Centro.
Il primo intervento ha avuto come argomento “I santi ed i beati polacchi nel corso del pontificato di Giovanni Paolo II”. Don B. Turek ha rilevato un aumento significativo del numero dei santi e dei beati polacchi nella Chiesa universale durante il pontificato di Giovanni Paolo II. Essi sono un dono particolare per il nostro popolo e, nella prospettiva della Chiesa universale, presentano la ricchezza spirituale della Chiesa in Polonia. Costituiscono un tesoro composto da numerosi messaggi e molti valori, oltre a essere una sfida alla realizzazione della grazia del santo Battesimo nella vita quotidiana. La santità non conosce limitazioni culturali, geografiche o sociali. È la testimonianza della santità della Chiesa. I santi sono un mosaico di persone che hanno preso sul serio le indicazioni del Vangelo e in tal modo “proteggono la comunità dei fedeli dalla mediocrità”, come ha sottolineato don Turek, citando le parole del beato Giovanni Paolo II.
Nella seconda parte dell’incontro, padre Kijas ha parlato del “Messaggio della vita di San Massimiliano Kolbe”. Riallacciandosi agli eventi correnti della vita della Chiesa – apertura del Sinodo sulla nuova evangelizzazione e proclamazione dell’Anno della Fede da parte di Benedetto XVI – ha fatto notare l’attualità della figura del santo martire. Ha citato motivi biografici poco conosciuti legati al periodo degli studi romani di padre Massimiliano, parlando tra l’altro dell’influenza negativa che ebbero sul giovane monaco le manifestazioni in occasione dell’anniversario della fondazione della massoneria. Massimiliano vedeva la necessità di formare la spiritualità e anche di opporsi concretamente al male crescente mediante la diffusione del bene e l’imitazione coerente della Vergine Immacolata: della sua obbedienza, castità e dedizione. Ciò portò i suoi effetti in un’azione di evangelizzazione efficace. Tale programma di vita – ha sottolineato padre Kijas – è anche una sfida per noi, per la nostra fede e un invito a intraprendere la nuova evangelizzazione.
L’ultima parte dell’incontro è stata dedicata alla presentazione dell’album il cui titolo completo è “L’amore è un dono. San Massimiliano nelle raccolte del Centro di Documentazione e di Studio del Pontificato Giovanni Paolo II”. Don Andrzej Dobrzyński ha presentato la pubblicazione preparata da Helena Kupiszewska e suor Remigia Sawicka, con elaborazione grafica del professor Władysław Pluta dell’Accademia di Belle Arti di Cracovia. Nel Centro vi sono più di novanta esemplari esposti legati a san Massimiliano, doni ricevuti dal beato Giovanni Paolo II. Le autrici dell’album hanno raccolto numerose informazioni su tali esemplari e anche sui loro artefici e donatori. La pubblicazione presenta tra l’altro il legame spirituale che univa san Massimiliano al beato Giovanni Paolo II: la vita di entrambi fu luminosa testimonianza di fede e della vittoria dell’umanità.
Al termine il prelato don Paweł Ptasznik, rettore della chiesa polacca, ha mostrato il bellissimo reliquiario che papa Paolo VI ricevette in occasione della beatificazione di padre Massimiliano, il 17 ottobre 1971. I partecipanti hanno avuto l’occasione di venerare le reliquie del santo confessore e martire.