„A cosa serve il cuore umano?” Con questo motto, la scorsa domenica 2 dicembre, si è svolto a Roma, presso la chiesa di san Stanislao vescovo e martire, l’incontro dedicato all’insegnamento di Karol Wojtyła sull’amore e sul matrimonio, organizzato dal Centro di Documentazione e Studio del Pontificato Giovanni Paolo II e dalla Pastorale della chiesa polacca di Roma. Si è cercato di trovare la risposta alla domanda del titolo negli scritti di Karol Wojtyła, mentre le riflessioni e l’esperienza del beato sono stati presentati dal dottor don Przemysław Kwiatkowski, professore della Pontificia Università Lateranense di Roma, attraverso una presentazione multimediale con fotografie dei tempi di Cracovia di don Karol Wojtyła e citazioni tratte dai suoi libri e dalla sua corrispondenza con le coppie sposate. La lezione è stata un commento teologico-esistenziale alla presentazione e, per essere più precisi, alla vita di don Wojtyła e all’amicizia con i giovani, gli sposi e le famiglie.
Don Kwiatkowski ha ricordato che la domanda: „a cosa serve il cuore umano?” appare nel dramma La bottega dell’orefice di Karol Wojtyła. È una domanda sul senso della vita, sul fatto che sia una vocazione alla comunità con il prossimo. Wojtyła sapeva che la risposta a tale domanda non può essere astratta, che deve „passare” attraverso ciò che siamo e come siamo.
Nei suoi sonetti giovanili appare già il motivo dell’amore come forza che è capace di rischiarare tutte le oscurità. I giovani che si riunirono intorno a don Wojtyła creavano una cerchia di persone libere che cercavano la verità sulla vita e sull’uomo in relazione alla verità su Dio. La vita a quei tempi richiedeva di pronunciarsi coraggiosamente in favore di Cristo e i giovani avevano bisogno di guide come don Wojtyła o don Pietraszko. Grazie al loro appoggio spirituale edificavano famiglie capaci di evangelizzare e di testimoniare il grande amore di Dio, come quella di Danuta e Jerzy Ciesielski. Il conferenziere ha raccontato la loro storia, ricordando anche l’incidente tragico in Sudan che ha mietuto la vita di Jerzy e dei due figli. Ha parlato del loro ruolo nella vita di Karol Wojtyła, sottolineando come il libro Amore e responsabilità (1960) nacque dall’influenza delle conversazioni avute con i giovani, in gran misura con Danuta e Jerzy.
Anche grazie alle coppie sposate comprese più profondamente la verità secondo la quale come vescovo rappresenta Cristo, lo Sposo della Chiesa, e il Suo amore per le persone. Lo Sposo-Cristo „segue la strada dell’amore umano”. Don Karol Wojtyła lo seguì e condivise le esperienze comuni dei giovani, li accompagnò nella maturazione all’amore che è la negazione dell’egoismo e il dono di sé all’altro. Educare al matrimonio significava per lui preparare i giovani a un amore capace di sacrificarsi. Per tale ragione poneva l’accento sullo sviluppo della spiritualità matrimoniale grazie alla quale, al primo posto, si trova l’amore per Cristo e, unito ad esso, l’amore per il coniuge. Don Kwiatkowski ha ricordato anche gli esercizi spirituali per i fidanzati tenuti da monsignor Wojtyła nel 1960, intitolati Costruire la casa sulla roccia, che non molto tempo fa sono stati pubblicati per la prima volta. Si tratta di tre meditazioni legate al patto coniugale. „L’amore continua a crescere”: queste parole furono ripetute da monsignor Wojtyła negli esercizi spirituali dopo che le aveva pronunciate un giovane uomo che condivise con lui la sua esperienza di alcuni anni di matrimonio. Attraverso il sacramento del matrimonio Cristo indica proprio questa direzione di „crescita dell’amore” affinché maturi nella responsabilità, sia un segno evangelico del fatto che Dio ama l’uomo e l’inizio della nuova umanità.
La conferenza è stata seguita da un momento di discussione. Anna Burzyńska, che da vent’anni lavora nella Consulenza per le Famiglie presso la chiesa di San Stanislao a Roma, ha condiviso la testimonianza sulla preparazione dei fidanzati al sacramento del matrimonio, parlando dell’attualità dell’insegnamento di Karol Wojtyła, teso a sottolineare che l’amore non si riduce solo al dare ma è anche la capacità di accettare l’amore dagli altri. Guardando agli sposi che hanno una maggiore esperienza di vita matrimoniale e hanno maturato nel corso degli anni una maggiore consapevolezza della loro vocazione è più facile scorgere che il matrimonio consiste nella creazione – per così dire – di un unico „organismo” di vita. La Chiesa deve presentare con coraggio ai giovani, malgrado le difficoltà e gli ostacoli, l’insegnamento sull’amore matrimoniale, in quanto è in grado di commuovere il cuore umano e di far sì che batta per il grande amore.