La Famiglia nell’insegnamento del Concilio Vaticano II è stato l’oggetto della riunione di domenica presso la chiesa di San Stanislao Vescovo e Martire a Roma. Il tema della famiglia è stato presentato dal Rev. Dott. Przemysław Kwiatkowski durante l’incontro organizzato dal Centro di Documentazione e Studio del Pontificato di Giovanni Paolo II, essendo parte del ciclo «Il Concilio Vaticano II come la bussola della nuova evangelizzazione». L’eloquente voce ascoltata è docente incaricato, oltre che Segretario della Cattedra Karol Wojtyla, il cui Direttore è il Prof. Stanisław Grigieł, presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi su Matrimonio e Famiglia con sede nella Pontificia Università Lateranense di Roma. Il tema da lui trattato nella sua presentazione è stato: «Direzione: una casa di famiglia».
Il Rev. Przemysław Kwiatkowski ha richiamato l’attenzione sul fatto che il Concilio aveva incluso il suo insegnamento sulla famiglia nella Costituzione dogmatica sulla Chiesa «Lumen gentium» e nella Costituzione pastorale «Gaudium et spes». «Questo è un chiaro accenno – ha detto – a guardare la Chiesa come una famiglia e la famiglia come una chiesa domestica». Il relatore ha anche accennato ai relativi documenti pontifici e in particolare a quelli di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Il Concilio Vaticano II ha sottolineato, sia nella «Lumen gentium» che nella «Gaudium et spes», che la questione della famiglia è uno dei problemi urgenti del mondo moderno e per questo motivo è così importante avvicinare la gente alla visione cristiana della vita familiare. Il Concilio ha apprezzato la teologia della famiglia sottolineando il ruolo della fede e del nostro rapporto con Cristo.
«Una delle maggiori sfide che affronta la Chiesa – ha detto il Rev. Przemysław Kwiatkowski – è la scoperta della sensibilità per la presenza di Dio nella famiglia e la coltivazione di questo sentimento». Connessa con questo atteggiamento è anche la comprensione profonda e l’esperienza dell’amore coniugale e familiare. La nostra fede ci insegna che una famiglia dovrebbe creare una casa, cioè una comunità in cui tutti hanno il loro posto e un ruolo dove poter esprimere la propria vocazione.
I testi conciliari, di cui è stata fatta menzione, hanno messo in evidenza la vocazione della famiglia come «la prima scuola di vita cristiana e una scuola di arricchimento umano». Infatti, nella visione del Concilio esiste un’armonia tra natura e grazia, come pure tra antropologia e teologia. Il Prof. Kwiatkowski ha sottolineato anche il ruolo delle famiglie come testimoni di Cristo le quali, nonostante i problemi quotidiani, stanno vivendo nella fede e nell’amore reciproco e sono, nelle loro comunità, un fermento di bene. Il mondo – nonostante la crisi delle tante famiglie – può incontrare Dio solo grazie alle famiglie. Il Concilio era consapevole che il futuro della Chiesa e la fede cristiana sarebbe dipeso, in gran parte, dalle famiglie e per questo ha sottolineato la direzione principale e il modo con cui questa cellula della società deve scoprire la propria grande vocazione e i compiti che Cristo le ha assegnato.
Dopo la lezione i partecipanti alla riunione hanno chiesto informazioni e hanno condiviso la riflessione. Tra le domande, poste al Rev. Przemysław Kwiatkowski, quella inerente alla ragionevolezza o meno delle aspettative dell’accordo – da parte della Chiesa – sull’ammettere le persone divorziate e quelle che vivono matrimoni civili, all’Eucarestia. Per rispondere a questa domanda, l’oratore ha osservato che la teologia del matrimonio sottolinea l’unità di due persone con Cristo, e questo si esprime nella piena partecipazione all’Eucaristia. A tale motivo le premesse teologiche indicano il mantenimento della prassi attuale ma a è anche importante che nessuno, né nella Chiesa, né nelle famiglie, si senta respinto o privo di aiuto spirituale. Posso ricordare modificarde gioioso participare Volevo discrivere al Chiesa che ha il mio cuore ma dovrebbe voluto.