Penso che lei non vorrebbe che questo articolo sarebbe pubblicato. Lei era estremamente modesta, nonostante il talento, duro lavoro ed enormi successi che lei ebbe. Era sempre da qualche parte nell’ombro, ma allo stesso tempo – concentrata e preoccupata che tutto fosse venuto fuori nel miglior modo possibile. Probabilmente ella suggerirebbe di dedicare questo luogo e il tempo a Giovanni Paolo II e ai film che aveva a lui dedicato. Ma sento “il dovere” verso di lei e dedicherò solo a lei almeno qualche parola, ricordando qualche briciola di ricordi che mostrano che tipo di persona era – saggia, buona e molto sensibile. Soltanto forse un po’sottovalutata…
Ebbi la fortuna di conoscerla attraverso Sr. Serafia Pajerska, una sorella del Sacro Cuore, che mi parlò di soggiorno di Tamara Jakżyna a Cracovia, suggerendo che questo potrebbe essere una possibilità per me di parlare con lei. L’intervistò sul suo film Nie bój się! Modlę się za ciebie (Non abbi paura! Io prego per te). Ricordo il nostro primo incontro – ebbi paura, non sapendo quanto potremmo capire reciprocamente, e se la barriera linguistica ci permetterà parlare liberamente sul film e sulla persona di Giovanni Paolo II, sul suo messaggio e la filosofia… Organizzammo un incontro davanti della Chiesa di Santa Maria nella Piazza Grande (Rynek Główny). Ci sedemmo a un caffè e… lo stress andò via. Il fascino di Giovanni Paolo II ci unì. Scrissi una tesi dal titolo Una poetica di dramma di Karol Wojtyła (Poetyka dramatu Karola Wojtyły), così – penso che si possa dire così – sviluppammo un ottimo contatto. L’intervista fu così lunga e interessante, che era difficile rinunciare a qualcosa. Essa non si adattava a un numero, e pertanto, fu pubblicata tutta, ma in due parti. Apparve sulle pagine di “Czas Serca” (si può leggere all’indirizzo: http://prasa.wiara.pl/doc/458762.Nie-boj-sie-Modle-sie-za-ciebie). In una certa misura diventammo amiche. Ogni volta che Tamara era a Cracovia, lei me lo fece sapere. Parlai con lei al telefono nel gennaio e febbraio scorso. Purtroppo, quando Tamara fu l’ultima volta a Cracovia, nel mese di febbraio, non riuscimmo a incontrarci. Soggiornò brevemente a Nowa Huta, ed ebbe un fitto calendario, quindi dovemmo spostare il nostro appuntamento…
Concentrandosi sempre su Giovanni Paolo II
L’ultima volta che la vidi l’anno scorso, lei mi invitò a guardare il suo film su Sokrat Starynkiewicz, presentato nel Żaczek Club… Apprezzava ciò che le offriva il suo lavoro – lei potesse conoscere biografie straordinarie, indagarle a fondo, analizzarle e rappresentarle. Tuttavia, il più importante del suo lavoro sono due film dedicati a Giovanni Paolo II. Si rallegrò di loro, però le costarono molto. Mi ricordo come parlò della grande mole di lavoro che aveva dovuto fare per prepararli (eseguendo nello stesso tempo numerose funzioni, comprese quelle che ebbero poco in comune con l’opera di una regista). Come risultato, affrontava seri problemi finanziari. A volte, quando non aveva più la forza di lottare, lasciava tutto a Giovanni Paolo II – gli permettendo di prendersi cura dei fondi. E aiuto arrivava rapidamente – lei credeva che fosse a causa del contributo del Papa. Lei era estremamente determinata a combattere per la realizzazione dei film. Mi ricordo quando parlava come una volta non riusciva ad ottenere materiali da un decisore, e quando diceva addio, annunciò a lui: “Se dovrò disegnarlo, farò questo film”. La frase attrasse l’interlocutore, e così lui decise di aiutarla
Mentre lei lavorava sul film e raccoglieva materiali a Roma e al Vaticano, si godeva l’ospitalità della Casa Polacca di Via Cassia, quello che sempre ricordò con grande gratitudine. Inoltre, era sempre profondamente grata per qualqunco aiuto – nei titoli di coda ha ringraziato a tutti coloro che avevano appoggiato il suo lavoro sul film Nie bój się! Modlę się za ciebie (Non abbi paura! Io prego per te).
Anche la sua perseveranza ha fatto una grande impressione su di me. Ricordo che lei mi disse che quando il fuoco stava consumando Mosca, lei non poteva lasciare la città perché aveva un sacco di lavoro, inseguita da scadenze per il film. L’aria era pesante, e così lei stava lavorando avvolta in coperte bagnate, sdraiata sul pavimento. Era accompagnata da i suoi gatti, e lei dispiacieva molto che loro hanno dovuto sopportare queste condizioni difficili.
Wojtyła come uomo
Si parla di amore non corrisposto di Giovanni Paolo II verso la Russia. Tamara cercava di compensare lui per questo, facendo film su di lui, basando su una solida ricerca, e su materiali accuratamente raccolti, e su interlocutori attentamente selezionati, mostrando Wojtyła come uomo, ed esponendo valori umanistici che egli predicava. Tradusse anche Kwiatki Jana Pawła II (I fioretti di Giovanni Paolo II) in lingua russa, il libro che le piaceva moltissimo perché lei apprezzava il suo pensiero, il linguaggio, il messaggio, ma anche il senso dell’umore.
Dopo aver fatto il suo primo film su Giovanni Paolo II, Tamara disse che aveva bisogno di riposare. Ma questo non durò a lungo – ben presto cominciò ad aprire i contatti con persone vicine a Giovanni Paolo per preparare il secondo film Papież, który nie umarł (Il Papa chi non è morto). Ancora una volta, questo le costò molto. Anche pagò per questo con la sua salute, avendo sempre più problemi con esso. Ma credo, che lei non poteva o non voleva riposare: lei era costantemente affrettata e inseguita da qualcosa, come se si sentiva che aveva così poco tempo e così tanto da dire e da fare. Prendeva molti lavori e svolgeva diversi incarichi per raccogliere denaro e completare il film su Giovanni Paolo II, che stava facendo sulla base delle proprie risorse. A dire il vero, ho l’impressione, che incontro con il pensiero e il messaggio di Giovanni Paolo II sia stato il più importante incontro della sua vita. Dedicò il suo tempo e le sue energie per lavorare sui film, e poi per la loro distribuzione. Tali erano gli ultimi anni della sua vita… Il sui film le costò tanto, perché metteva tutto il suo cuore in esso, ma d’altra parte, questo le dava incredibile soddisfazione. Quando la televisione russa volle mostrare il suo film su Giovanni Paolo II, ma in una versione ridotta, lei non ne accettò, perché per lei, la selezione era stata già fatta, aveva dovuto ridurre i materiali, quindi se una parola o un fotogramma erano trovati in un film, significava che erano veramente importanti.
Buona, modesta e sensibile
La notizia della sua morte era completamente inaspettata. L’ho letto in tram sul monitor, un po sconsideramente e per noia guardavo le informazioni visualizzate quando lessi che… il corpo della ricercata Tamara Jakżyna era stato trovato. Io non sapevo neanche che era ricercata. Non ci potevo credere. Non potevo anche leggere bene i dati: se si trattava di “una regista da Mosca” o che “era trovata a Mosca”.
Tamara fu uccisa molto probabilmente il 12 marzo. La notizia della sua morte, quando fu trovato il suo corpo, era segnalata al momento significativo – nel corso di una serata dedicata alla poesia di Karol Wojtyła, che ebbe luogo nell’ambito di incontri sulla poesia e la letteratura organizzate nella Biblioteca. Andrei Bazylevskiy e Igor Baranov, traduttori russi, noti della traduzione di opere letterarie di Karol Wojtyła, prendevano parte a questo incontro, ed era anche presente Yevgeniy Rashkovskiy, direttore del centro di ricerca della letteratura religiosa presso la Biblioteca. Rashkovskiy e Bazylevskiy recitavano le loro traduzioni di poesie del Wojtyła che furono così apprezzate da Tamara. Era Igor Baranov che con grande dolore disse ai partecipanti alla riunione della morte di Tamara Yakzhina. Baranov, insieme a lei, aveva fatto la prima parte del film su Giovanni Paolo II Nie bój się! modlę się za ciebie (Non abbi paura! Io prego per te). Ogni morte arriva troppo presto, perché tante parole non sono state pronunciate, tante cose non sono state completate, ci sono tanti progetti improvvisamente interrotti, tante cose rotte nel corso della loro realizzazione… La morte di Tamara fa male nel modo speciale, perché è difficile venire a patti con il fatto che in tale modo fu uccisa una persona così buona e sensibile. La persona che parlava con tanta passione dell’uomo, credendo nella sua bontà, e quella che metteva tanto cuore nel rendere il mondo un luogo più amichevole per vivere… Lei credeva nel uomo, nella cultura e nell’arte. Sebbene lei già varcò la soglia della speranza, aveva lasciato il retaggio del suo lavoro, che comprende l’eredità che ci aveva lasciato Giovanni Paolo II. Dopo la morte del Papa, lei disse che lui ci aveva lasciato il suo pensiero, e così avevamo qualcosa su cui lavorare, qualcosa per la ricerca. Grazie al impegno di Tamara abbiamo documentari, realizzate con precisione vere opere artistiche, che aiutano a commemorare il pontificato di Giovanni Paolo II e, presentando il suo messaggio e i valori umani, avvicinano la persona del Papa alle persone in tutto il mondo, non solo ai cattolici.
Tamara Elisabetta Jakżyna – una russa di origine polacca (da qui il suo secondo nome come spiegò una volta), una regista di documentari e sceneggiatore televisivo… Amava quello che stava facendo. Una laureata dell’Istituto di Televisione – studiò presso la Facoltà di Giornalismo all’Università Statale Lomonosov di Mosca, dove scelse la specializzazione “una assistente letterario alla televisione e alla radio, una giornalista” (il suo argomento di tesi: Il teatro televisivo polacco). Inoltre completò gli studi post-laurea (regia e scenografia).
Tutta la sua vita professionale era legato a delle arti – teatro, cinema e musica. Per oltre venti anni lavorò nella televisione pubblica a Mosca, nel dipartimento di musica (aveva ricevuto istruzione secondaria musicale) e nell’Unione Creativa “Ekran”. Oltre al numero impressionante di programmi artistici, che fece, era anche un autore di cicli: La musica nel teatro, Cinema e televisione e Musica e poesia. Nel 1990 accettò una proposta di lavoro nello Studio dei Film Documentari e della Scienza Popolare “Vozrozhdeniye”. Per lo studio fece una serie di film acquistati da stazioni televisive russe e straniere. Nel 1993 inizò a lavorare nello studio “Musica e Film” (come direttrice artistica). In occasione del 100° anniversario del cinema – su richiesta della televisione russa – preparò programmi per una serie TV Directori del cinema mondiale (tra cui Visconti, Fassbinder e Chabrol). Collaborò anche con L’Orchestra Sinfonica Russa del Film, dirigendo un ciclo Musica dello schermo dal vivo.
Tamara Jakżyna scrisse numerosi articoli sulla musica, sul lavoro dei compositori di musica da film e sulla condizione del cinema documentario contemporaneo. Conduceva incontri presentando film documentari in uno dei centri giovanili di Mosca. Sacrificò gran parte del suo tempo per la promozione della cultura polacca in Russia (inclusi film), per interviste con registi, musicisti, scrittori e traduttori polacchi in lingua russa. Era un’editrice-curatrice della sezione “La Polonia” della Rivista Internazionale Letteraria, Artistico e Culturale “Mecenat i Mir” (“Il patronato e il mondo”). Sistematicamente, una volta al mese nella Casa del Cinema a Mosca guidava il Film Club Polacco, dove giovani registi e studenti di accademie artistiche potevano vedere i migliori film polacchi.
Sylwia Palka