La sera di domenica 13 dicembre di quest’anno, nell’auditorium presso la chiesa di Stanislao Vescovo e Martire a Roma si è tenuto un incontro dedicato al 50° anniversario della fine del Concilio Vaticano II. Questa riunione è stata anche l’occasione per ricordare l’importanza del pontificato di Giovanni Paolo II per l’attuazione del magistero di questo Concilio nella vita della Chiesa. All’incontro hanno partecipato P. Prof. Dariusz Kowalczyk SJ, il decano della Facoltà di Teologia della Pontificia Università Gregoriana di Roma, e P. Prof. Zdzisław Kijas OFMConv della Congregazione delle cause dei santi in Vaticano. Il moderatore dell’incontro è stato rev. dott. Andrzej Dobrzyński, l’editor dei tre volumi di scritti conciliari di Karol Wojtyła.
P. Kowalczyk, nella sua presentazione “Lo Spirito vero e lo spirito falso del Consiglio”, ha sottolineato che la recezione del Concilio non è completato e che nella Chiesa c’è ansia verso il mondo moderno e verso l’apertura alle novità ideologiche: dall’ingenuità verso il mondo al completo isolamento dalle influenze mondane. Lo spirito del Concilio falsamente inteso è stato concepito come una apertura indiscriminata al mondo o alla libertà di scelta tra le verità della fede e della morale. A sua volta, lo spirito autentico del Consiglio è formato sulla base della conoscenza della lettera, cioè dei 16 documenti del Vaticanum II.
P. Kijas, nel suo discorso dal titolo “Il Concilio Vaticano II è dopo 50 anni ancora attuale?”, rispondendo alla domanda nel titolo, ha detto che in un certo senso, il Concilio si è tenuto troppo tardi, perché le crisi del potere e l’autorità erano già aggravate, e avevano iniziato a minare abitudini esistenti. Il Vaticanum II è stato un concilio completamente diverso dai precedenti, perché non ha dovuto definire un nuovo dogma, ma mirava a incoraggiare la Chiesa al rinnovamento pastorale. L’oratore ha sottolineato che il tempo di un dibattito sterile sul Concilio dovrebbe finire. Attualmente si dovrebbe soprattutto tener conto di ciò che è stato il più importante del Vaticanum II e ha un significato profetico: annunciare il Cristo alle persone contemporanee.
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