Is 6,1-8; Sal 137,1-5.8; 1Cor 15,1-11; Lc 5,1-11
Tre uomini incontrano Dio in condizioni e momenti storici diversi: Isaia nel Tempio di Gerusalemme, San Paolo sulla via di Damasco e Pietro sulla riva del lago di Tiberiade. In questo incontro terribile e decisivo essi prendono coscienza della loro nullità, debolezza, impurità, tutti i tre tremano, ma nessuno recede e tutti rispondono a Dio che li manda nel mondo ad annunciare la sua grandezza e misericordia. E’ la storia di ogni vocazione, è la storia incredibile di Dio che con tenerezza materna chiama i suoi figli a collaborare con Lui.
La vocazione è dunque sempre finalizzata alla missione, al compito di collaborare con Dio. Essa presuppone: a monte l’iniziativa divina e a valle la risposta dell’uomo, l’adesione libera, incondizionata, spontanea e gioiosa di un cuore che corrisponde all’invito divino. Molte le considerazioni che ne scaturiscono e la prima è che Dio non ci lascia mai soli, in qualunque tempo Egli fa udire la sua voce a qualcuno di buona volontà e lo invia perché parli ai fratelli, si faccia portavoce della Sua parola e divenga testimone del Suo amore. La seconda considerazione è che la vocazione non è monopolio di pochi eletti, ogni uomo è chiamato ad intraprendere la sconvolgente avventura di essere per gli altri un dono e per Dio un collaboratore.
La storia di ogni vocazione, infatti, è storia di un incontro, di un invito… che viene da chi non ti aspetti, quando meno te lo aspetti e scopri che Dio è lì a portata di mano, Uno fra tanti, che fra i tanti chiama proprio te, senza guardare le tue mani gonfie e rosse di pescatore (Pietro), la tua rabbia di persecutore (Paolo) o il tuo prestigioso stato sociale di sacerdote (Isaia). Un giorno come tanti che diviene il tempo di Dio, tempo dell’incontro e dell’ascolto, tempo di esaminare la propria vita e scegliere di rispondere “si” o di allontanarsi da Lui.
Il senso della propria indegnità dinanzi all’infinita santità di Dio, lo sgomento di essere incapaci, il timore di ciò cui si va incontro, tutto viene annullato da un aiuto che purifica e perdona, che incoraggia e sostiene: “Non temere”, dirà Gesù a Pietro ed è quella la parola che accompagna ogni vocazione e ogni scelta di vita.
“Non temere” è la mano che Dio ci tende, è la forza necessaria a dare un taglio agli affetti, alle preoccupazioni… per andare dove Lui chiama e, sicuri del Suo appoggio, sentire che la paura e il coraggio non hanno più senso, perché non sei tu a scegliere, ma sei stato scelto, non sei tu ad andare ma sei condotto e spinto e, come un granello di polvere, finalmente libero, volare… e andarti a posare là dove il Soffio di quella voce ti ha condotto.