Rif.: Gn 15,5-12.17-18; Sal 26; Fil 3,17-4,1; Lc 9,28b-36
“O Dio, grande e fedele” – la sorprendente invocazione della Preghiera di Colletta II ci fa riflettere: tutta la storia della nostra salvezza, infatti, si regge proprio sulla fedeltà di Dio che mai viene meno al suo amore per noi, alle sue promesse, alle sue scelte. In forza di questa divina fedeltà la storia dell’uomo diviene così “storia sacra”, storia nella quale Dio inizia a “rivelarsi”, a manifestarsi, a rendersi comprensibile all’uomo e lo fa assumendo forme, figura e linguaggio di uomini. Ne è esempio la Prima Lettura nella quale Dio chiama Abramo, stringe con lui un patto e gli si rende visibile assumendo la forma di un “braciere fumante, di una fiaccola ardente” (Gn 15,17). Possiamo considerarla come la prima “trasfigurazione” di Dio che si manifesterà, poi, sotto forma di nube, di fuoco, di luce, di vento leggero e così via, fino a quando Dio si farà vero Uomo tra gli uomini e ne assumerà non solo le fattezze, ma la sorte e la morte. Questa, in sintesi, la radice del mistero della Trasfigurazione di Gesù che oggi contempliamo e celebriamo.
Gesù si reca sul monte a pregare e mentre prega il suo volto si illumina ed anche le sue vesti risplendono. Appaiono Mosè ed Elia che conversano con Lui parlando del suo prossimo “esodo” a Gerusalemme. Poi una nube avvolge la scena e una voce proclama: “Questi è il Figlio mio, l’eletto, ascoltatelo”. Numerosi i significati da cogliere, innanzitutto Gesù prega, il suo primo atto è quello di mettersi a colloquio con il Padre, affidarsi a Lui e da Lui attendersi ogni cosa (cfr. le Tentazioni della scorsa settimana). Con Mosè ed Elia Gesù parla del suo prossimo “esodo” che non è altro che la Croce, passaggio obbligato per donarci salvezza e per dire al mondo che Egli ci ha amati e ci ama più di se stesso. Da notare che Gesù parla della sua morte mentre tutto il suo essere rifulge di luce e di gloria, gloria che il Padre gli renderà proprio per l’atroce scelta della Croce.
Fot. Stanisław Woś
Non è da trascurare il termine “esodo”, esso infatti indica il passaggio di tutto un popolo da un luogo ad un altro. Gesù è perciò visto come colui che si pone a capo dell’umanità per condurla da questa terra nel suo Regno.
San Paolo ci addita il senso e lo scopo di tutta la storia sacra e della Trasfigurazione: Dio si rivela, si fa uomo viene a condividere la nostra debolezza e la nostra vita perché noi possiamo condividere eternamente la sua vita e la sua gloria. “La nostra cittadinanza è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso”. Trasfigurazione di Gesù: meta, senso e modello della nostra “trasfigurazione” alla quale ci prepariamo vivendo in pienezza di fede la Quaresima.