Rif.: letture della Veglia e del giorno di Pasqua
“Lumen Christi” – “Exultet”: La Veglia pasquale, madre di tutte le veglie, inizia con l’annuncio di Cristo, luce del mondo, e prosegue con il grido di gioia di chi, nel buio della notte, scorge e saluta il primo chiarore dell’alba.
Il sepolcro vuoto è annuncio di Risurrezione e di Vita. Dalle tenebre della morte Cristo emerge trionfante, è la notte della Risurrezione e della Vita che mai più muore. L’eternità spalanca le sue porte, di fronte ad essa ci poniamo tremanti e fiduciosi, e, sapendo di non meritarlo, accogliamo il dono gratuito e sovrabbondante di Dio. La Pasqua segna il passaggio dall’incredulità alla fede, dalla delusione alla gioia.
E’ la notte della Memoria e della Vita che si illuminano alla luce del Risorto. Memoria, che attraverso le sette letture – sette perché questo è il numero della perfezione e dell’opera compiuta, sette, infatti, furono i giorni della creazione –ripercorre l’azione di Dio nella storia: dalla creazione alla profezia fino alla Redenzione che Cristo ha operato nella sua morte e risurrezione.
Memoria del nostro Battesimo che, in questa notte, rinnoviamo rinunciando a Satana, alle sue pompe e alle sue opere e riaffermando la nostra fede in Cristo vero Dio e vero Uomo, Figlio Unigenito del Padre! Egli ha superato il confine della morte ed è tornato alla vita. “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?” è l’annuncio degli angeli.
La vita di Cristo risorto dilaga sul mondo, travolgendo tutto e tutti in un’onda di irrefrenabile amore, non è più il tempo del passato ora è tempo di vivere la vita che Cristo ha conquistato per noi e che costantemente ci dona. Nel sepolcro vuoto splende la vita che segna il tempo della fede e della grazia!
Ecco la notte di Pasqua, ecco la notte della nostra salvezza, ecco la vittoria di Cristo! Lasciamoci travolgere dalla gioia della Chiesa, lasciamoci trasfigurare dalla Risurrezione di Gesù, lasciamoci guarire dalla Vita!
Sull’esempio di Pietro corriamo anche noi verso la tomba scoperta, abbandonando le nostre pene, le nostre tristezze e le nostre lacrime, corriamo incontro alla Vita, Corriamo con quanta forza abbiamo per gioire della Risurrezione. Il suo annuncio percorre le strade della storia e ci raggiunge in questa notte per dirci ancora una volta che Dio si è fatto vicino, ha preso su di lui il nostro peccato e lo ha crocifisso per sempre. Come Pietro e Giovanni anche noi sperimentiamo di essere in presenza di un mistero, un mistero profondo, che si fa dono nell’Eucaristia e qui ci parla di una Presenza che si rinnova, di un Dio che si dona senza riserve, di un Incontro che si ripete di giorno in giorno. E di giorno in giorno finché sarà celebrata l’Eucaristia, sarà celebrata la Pasqua e ciascuno di noi sarà inviato nel mondo ad annunciare la Buona Novella, a cantare con fede: “Ecco il giorno che fece il Signore, esultiamo di allegrezza e di gioia”