Rif.: At 15,1-2.22-29; Sal 66; Ap 21,10-14.22-23; Gv 14,23-29
La Chiesa si arricchisce sempre più di nuovi adepti provenienti dal paganesimo, ciò suscita perplessità e preoccupazione nei fedeli che provengono dall’ebraismo e alcuni di essi sostengono che se i pagani non saranno prima circoncisi, non potranno essere salvati. Paolo e Barnaba si ribellano a questa affermazione, gli animi si accendono e la questione, considerata di vitale importanza, viene sottoposta al consiglio degli Apostoli e degli anziani di Gerusalemme, che nel 49 d. C. si riuniscono per la prima volta in solenne Concilio. Storiche sono anche le conclusioni di questo Concilio: La Chiesa riconosce come sua unica ed indiscussa guida lo Spirito Santo: “Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi” (I lett.).
Non è la circoncisione a dare salvezza, questa è dono gratuito che il Signore, morto e risorto, elargisce a tutti coloro che credono in Lui. Non più dunque un segno impresso nella carne, ma la Croce è il nuovo segno che, indelebilmente, si imprime nell’anima di ogni battezzato. E’ con essa che Cristo ha riscattato l’uomo, perdonandolo in vista dell’eternità. I cristiani che fino a quel momento avevano gravitato nel Tempio e nelle sinagoghe, si riconoscono completamente svincolati dalle prescrizioni dell’ebraismo.
La visione dell’Apocalisse, ci mostra, però, che non vi è divisione tra ebraismo e cristianesimo, ma – come accade per l’Antico e il Nuovo Testamento – essi si completano a vicenda nella realtà ultima della Gerusalemme celeste. Le dodici porte che si aprono nelle sue mura indicano, infatti, che è attraverso il popolo di Israele che si giunge alla visione di Dio, ma è poi sul fondamento degli Apostoli che la città eterna si fonda e si sostiene. Essi sono le colonne stabili che, piantate sulla terra, sostengono le realtà celesti (II lett.). Questa realtà ultima si compirà se vivremo all’insegna dell’amore e dell’osservanza della Parola di Dio: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola”. Ogni discepolo è dunque chiamato ad accogliere in sé la Parola del Signore come Maria che a quella Parola permise di diventare carne della sua carne e sangue del suo sangue.
Il luminoso esempio della Vergine, alla quale in questo mese guardiamo con particolare affetto e devozione, ci sostenga nell’arduo cammino di chi ha deciso di seguire Gesù e testimoniarlo al mondo. Ed è questa la vocazione, non solo del singolo cristiano, ma di tutta la Chiesa che, lungo la sua storia, si trova ad affrontare difficoltà e dissidi, opinioni diverse e contrastanti, ma tutto affronta e dirime con l’aiuto dello Spirito Santo che ricorda e illumina la parola di Gesù e la dona al mondo per mezzo del Magistero della Chiesa (I lett.).
E l’invocazione allo Spirito Santo diviene la preghiera assidua di tutta la Chiesa che costantemente invoca: “O Dio, …manda il tuo Spirito, perché richiami al nostro cuore tutto quello che il Cristo ha fatto ed insegnato e ci renda capaci di testimoniarlo con le parole e con le opere”.