Rif.: At 2,1-11; Sal 103/104,1.24.29-31.34; Rm 8,8-17; Gv 14,15-16.23b-2
Lo scrittore sudafricano Lyall Watson scriveva: “Siamo nutriti e animati dal vento, portati all’esistenza dal tocco del Respiro del cielo”… e ripensiamo alla Scrittura e quell’alito esistenziale che Dio soffiò nelle narici di Adamo… e fu la vita. (Gn 3,7)
Anche Gesù parlò con Nicodemo del vento come di un elemento misterioso e invisibile di cui non sappiamo né l’origine, né la destinazione. Ed oggi ci ritroviamo di fronte allo Spirito Santo che, simile ad “un vento che si abbatte impetuoso”, viene a travolgere gli Apostoli e a sospingerli fuori del Cenacolo, là dove tanti, senza saperlo, attendono la parola di Dio, l’annuncio gioioso del Vangelo.
E’ il sacro momento in cui la Chiesa rompe ogni esitazione, supera limiti e chiusure…, è la Chiesa “in uscita” di cui ancora oggi ci parla papa Francesco. E’ l’uscire dai propri confini per andare là dove c’è più bisogno di Dio, è consegnarsi all’azione dello Spirito senza chiedersi né “perché” né “dove”, sicuri che lo Spirito, Respiro di Dio, anima, conforta, sostiene.
Come per il vento, così dello Spirito ci è sconosciuta l’origine e la meta, ma sappiamo anche che le sue azioni sono innumerevoli, nel Vangelo, Gesù lo annuncia come Paràclito, cioè: il grande Consolatore, l’Avvocato che, presso il Padre, ci difende e continuamente intercede per noi… e non solo. Lo Spirito Santo è ancora Maestro e Memoria di Dio (Vangelo), Egli viene con il compito di istruirci sulle Sacre cose e ricordarci tutto ciò che Gesù ha detto e ha fatto facendocene comprendere il significato.
La solennità di Pentecoste è dunque pienezza e compimento della Pasqua poiché lo Spirito – che viene come vento benefico – sparge nel mondo il seme fecondo della Redenzione, come Paràclito ci dona il Perdono che Cristo ha ottenuto per noi, come Linfa vitale ci innesta in Cristo e ci rende figli nel Figlio Unigenito (II lett.), come Grazia dona forza e vigore alla fede, come Carità ci spinge all’amore fraterno e operoso. Ora più nulla avrà importanza le persecuzioni, il martirio, nulla fermerà il brivido che percorre la terra: Dio ha salvato l’uomo, Dio attende l’uomo, Dio ha spalancato le porte eterne del cielo e si manifesta pienamente all’uomo. Ora del Padre conosciamo la bontà, la volontà salvifica, l’onnipotenza creatrice di ogni cosa; del Figlio conosciamo la Parola, la profonda umanità, i suoi sentimenti di compassione, tenerezza, dello Spirito Santo conosciamo l’ardore, ma anche l’umiltà poiché Egli non parla di sé ma si pone al servizio di ogni uomo per istruirlo e ricordargli che è amato incredibilmente da Dio.
E’ solo lo Spirito Santo che “scruta le profondità di Dio” (1Cor 2,10) e ce le rivela; scruta la profondità dell’animo umano, là dove male e bene si combattono perennemente e “lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina, piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato” (Sequenza).