È passato a vita eterna l’avvocato Maciej Bednarkiewicz. La sua morte (11 novembre a.c.) ha posto fine al tempo del suo pellegrinaggio terreno, 76 anni di vita e settimane di malattia grave. Il 17 novembre si è tenuto il funerale dell’Avvocato. La Santa Messa funebre si è svolta nella cattedrale di san Giovanni Battista a Varsavia. La liturgia è stata presieduta dal card. Kazimierz Nycz mentre l’omelia è stata pronunciata dal card. Stanisław Dziwisz. Il defunto è stato sepolto al Cimitero di Powązki.
Per gli appartenenti all’ambiente della Fondazione “Giovanni Paolo II” la morte dell’avv. Bednarkiewicz è una perdita irreparabile. Dai primi anni ’90 fu membro del Consiglio di Amministrazione. Diresse la rappresentanza giuridica della Fondazione in Polonia curando, insieme alla moglie Ewa Bednarkiewicz, il programma stipendiale della Fondazione per i giovani provenienti dall’Europa Centro-Orientale che studiavano all’Università Cattolica di Lublino “Giovanni Paolo II”. Si interessò vivamente all’attività del Centro di Documentazione e di Studio del Pontificato di Roma. Mi permetto di sottolinearlo e di ricordarlo in quanto gli stava molto a cuore la questione della custodia e della diffusione dell’eredità del Santo Padre.
In occasione di ciascun soggiorno dell’avv. Bednarkiewicz alla Casa Polacca di via Cassia parlavo con lui di tale argomento. Faceva sempre riferimento a Giovanni Paolo II che desiderava che la documentazione raccolta, specie quella della biblioteca, fosse d’aiuto agli studi approfonditi teologici, filosofici e storici. Era convinto che il Centro del Pontificato doveva rimanere nella Città Eterna continuando la collaborazione con l’ambiente accademico di Roma, ma mantenendo i legami con le istituzioni in Patria. Riteneva che in futuro sarebbe stata cosa utile che il Centro del Pontificato, rimanendo parte integrante della Fondazione, avesse la propria personalità giuridica che dava maggiori possibilità di sviluppo scientifico e di attività nell’ambiente accademico.
Prima di conoscere personalmente l’avv. Bednarkiewicz nel gennaio 2008 ne avevo sentito parlare prima in quanto era un noto difensore delle persone perseguitate dal regime comunista e un attivista dell’opposizione di Solidarność. La conversazione con lui su argomenti sociali, politici e giuridici mi arricchiva e più volte apriva nuovi orizzonti di pensiero. Della sua persona mi affascinava qualcos’altro che vorrei anche esprimere in questo ricordo.
Il signor Maciej Bednarkiewicz era un uomo di profonda preghiera. Dopo la Santa Messa rimaneva per lunghi attimi immerso nella preghiera. Suppongo che da tale intimità con Dio attingesse la forza, la saggezza e la pazienza necessarie per tutta la giornata. Un’altra caratteristica che mi è rimasta particolarmente impressa nella memoria era l’elevato livello di educazione personale. Si manifestava in diversi modi, tra l’altro nella delicatezza e nella gentilezza o nell’atteggiamento di premura per la moglie o anche di rispetto nei confronti delle donne. Si vedeva che aveva nel sangue il modo di essere cavalleresco. Mi edificavo con il suo esempio. Per questo gli sono grato come pure per l’interessamento per l’attività corrente del Centro del Pontificato e il suo futuro.
Avvocato, non doveva andare così, non doveva proprio andare così! Avevamo almeno due questioni da sbrigare per quanto concerne il Centro del Pontificato… Abbiamo pregato per il miracolo ma non è avvenuto. Non ci rimane che credere che il luogo in cui Lei ora soggiorna è meraviglioso e che ci si sta bene! Non vi sono malattie né sofferenze, non vi sono torti umani né lotte, perché la giustizia di Dio meravigliosamente unita alla misericordia porta la pace, cosa che la giustizia umana non riesce a dare. Raccomandi la Fondazione al Signore Dio ed all’intercessione di san Giovanni Paolo II e ci sostenga affinché perseveriamo nel cammino.
Don Andrzej Dobrzyński