Rif: Nm 6, 22-27; Sal 66; Gal 4, 4-7; Lc 2, 16-21
All’inizio di questo nuovo anno, come al solito, ci viene incontro la figura di Maria che il Vangelo, già ascoltato nella notte di Natale, ritrae silenziosa accanto al Figlio durante l’adorazione dei pastori. Non conosciamo i suoi pensieri e le presentiamo i nostri nei quali ci chiediamo cosa ne è stato del tempo trascorso tanto in fretta, ci interroghiamo sul futuro e non abbiamo risposte. E guardiamo ancora la santa Madre, perché si faccia portatrice di consolazione e c’insegni a sperare, certi che guardare a Lei è già speranza e preghiera. Da Lei impariamo a fidarci di Dio e a chiedergli che faccia risplendere il suo volto su di noi e sulle nostre famiglie. Da Lei impariamo che a volte la preghiera ha il dolce gusto della speranza, ma altre volte solo l’amaro sapore della fede chiamata a resistere al di là degli eventi ed in quei casi, da Lei sostenuti, ripetiamo con coraggio le parole dell’antica benedizione: “Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace” (I lett.).
Pace nell’anima per credere e sperare ancora. Pace con Dio che spesso dimentichiamo. Pace fra noi che trascuriamo la nostra vocazione all’amore fraterno, che guardiamo con indifferenza le piccole sofferenze che ci circondano, che ignoriamo le piccole consolazioni che gli altri si attendono, lasciandoci impressionare solo dai grandi eventi, quasi che la sofferenza di molti non sia anch’essa la somma delle sofferenze dei singoli. Pace, quella che Maria ci insegna rimanendo immersa nella contemplazione del Figlio e da Lei impariamo che per il credente pace è comunione con Dio, è sguardo rivolto al suo Figlio, è attesa paziente e fiduciosa di incontrarlo nella gloria, è consapevolezza di non essere “più schiavo, ma figlio; e se figlio, anche erede per volontà di Dio”( II lett.).
Questo giorno solenne è ancora una volta “la pienezza del tempo” di cui ci parla s. Paolo (II lett.).
E’ il tempo dell’uomo, è il nostro tempo che scorre tra alterne vicende di gioia e di dolore, è il tempo del divenire nel quale Dio si inserisce per vivere con noi e tra noi. E’ il tempo nel quale la sua Parola costantemente ci segue penetrando negli oscuri anfratti delle solitudini e delle incomprensioni, delle mute disperazioni, dei dubbi e delle false certezze. Là, negli angoli bui in cui l’uomo si rifugia Dio c’è, per mostrare il suo volto luminoso, per dire parole di consolazione, per attenderci al di là di ogni speranza o disperazione. E’ il tempo in cui Dio mostra il suo volto luminoso ed eterno nelle fattezze umane di un Bimbo “nato da donna”. E’ il tempo della Potenza che diviene debolezza, dell’Amore che si fa bisogno di essere amato. E’ il tempo in cui ancora una volta la Parola di Dio, fedele ed eterna, ci raggiunge con le antiche parole della benedizione consegnata a Mosè: “Ti benedica il Signore e ti protegga […], rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace” (I lett.). Ed è questo il nostro augurio di Buon Anno per tutti.