Ref.: Is 8,23b-9,3; Sal 26; 1Cor 1,10-13.17; Mt 4,12-23
Il Battista è stato arrestato, la sua missione termina qui, ora è il tempo di Cristo che lascia la sua casa paterna e si stabilisce nella terra di Galilea, una regione che, come tutte le terre che guardano il mare, accoglie genti di diversa provenienza.
A contatto con questa varia umanità, era inevitabile che gli ebrei locali assorbissero dagli stranieri usanze e credenze che andavano ad inquinare la purezza della fede. Galilea delle genti! A questa terra di genti raccogliticce si guardava con disprezzo, ma è là che Gesù sceglie di abitare, e di là parte il suo messaggio, a sottolineare che Egli è venuto proprio per i peccatori, i lontani, i disprezzati, perché la luce è necessaria là dove il buio è più fitto. Ed è da questa terra, avvolta dalle tenebre dell’ignoranza e del peccato, che Gesù fa partire il suo annuncio, simile in tutto a quello del Battista: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino”. Inizia così la missione terrena di Cristo con la predicazione e l’insegnamento perché il primo atto di carità è proprio la parola che dona speranza, consola, sostiene, consiglia, annuncia il Regno e diventa invito. Invito a seguirlo che Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni accolgono prontamente lasciandosi alle spalle lavoro ed affetti.
Vocazione, conversione e sequela sono un unico atto con il quale l’uomo risponde alla chiamata di Dio che si presenta improvviso ed inatteso. Come Gesù si era presentato al Giordano confuso tra la folla, così Egli ancora oggi si manifesta a ciascuno nelle normali occupazioni della vita quotidiana, straordinario nell’ordinario, il suo invito ci chiama: “Venite dietro a me”. Parole che fanno cadere le antiche certezze e la preoccupazione del futuro, come una nuova luce si fa strada cambiando il colore delle cose e degli affetti così si è disposti a lasciare tutto, perché tutto appare diverso e nulla è più importante di quell’invito. La conversione è tutta qui, nell’accorgersi di Cristo che passa e nel desiderio di non volere che si allontani e allora non si può far altro che mettersi in cammino dietro di Lui e ricalcare le sue orme per seguirlo non si sa bene dove, né perché, ma seguirlo diventa la cosa più importante. Solo seguendolo sentiamo di appartenergli ogni giorno un po’ di più, impariamo a fidarci ciecamente della sua guida, comprendiamo che l’ignoto cammino diviene l’unica strada per conoscere la sua volontà…
Un assenso silenzioso, ma immediato, caratterizza la risposta dei primi quattro Apostoli, le reti cadono sulla sabbia, una nuova vita li attende: essi saranno “pescatori di uomini”, hanno ascoltato una voce e l’hanno seguita e quella diverrà la loro stessa voce che annuncia agli uomini che l’Uomo Crocifisso e Risorto è il Dio venuto a portare al mondo luce e salvezza, ed essi hanno visto e creduto in Lui!