Rif.: Is 58,7-10; Sal 111/112,4-5;6-7;8-9; 1Cor 2,1-5; Mt 5,13-16
Il Vangelo ripropone la stessa scena di domenica scorsa, Gesù, seduto sulla sommità del monte sta ancora parlando ai suoi discepoli. Gli esegeti vedono nello stare seduto una manifestazione della sua autorità di Maestro, ma, nell’incalzare del tempo che passa, si può cogliere in questo un invito a sostare, a sedere accanto a Lui per comprendere meglio il senso delle sue parole “Voi siete il sale della terra…, voi siete la luce del mondo”. Non un monito, non un invito, ma la realtà stessa del nostro essere cristiani. Spesso la fede è il luogo nel quale ci rifugiamo disgustati o afflitti da ciò che circonda, oppure la fede si riduce ad una preghiera più scaramantica che sentita. Gesù ci invita a guardare oltre, ad entrare in noi stessi per riscoprire ciò che siamo: sale e luce della terra.
Ci colpisce subito la prima caratteristica che rende simili questi due elementi, utili ed efficaci solo quando consumano se stessi. Infatti, il sale caduto in una minestra sarebbe del tutto inutile se non si sciogliesse, se non perdesse del tutto la sua forma fino a confondersi col cibo e insaporirlo. Così la luce di un lume non servirebbe a nulla se non rischiarasse l’ambiente e né potrebbe illuminare senza consumare la cera o l’olio che la alimenta. La stessa luce del sole a che servirebbe se non esaltasse la bellezza, la forma, i colori delle cose create, fino a diventare essa stessa bellezza e colore nei tramonti e nelle albe? E come il sole potrebbe illuminare e dare vita senza consumare se stesso e l’energia di cui è composto? Ma il sale e la luce hanno un’altra caratteristica che li rende paragonabili. Non fanno recriminazioni, né hanno preferenze. Il sale infatti dona sapore senza chiedersi se vale la pena di salare un cibo piuttosto che un altro. Non si sente svilito nel salare una minestrina oppure esaltato quando è usato per un piatto raffinato.
Così la luce illumina allo stesso modo cose vili o nobili senza chiedersi il perché. Tale è e deve essere la vita del cristiano chiamato ad essere sale e luce della terra. Se non conoscessimo il luogo in cui sono posti i versetti del brano evangelico non potremmo far altro che collocarli là dove già sono: al seguito delle Beatitudini! Poiché la vita di un cristiano è degna di questo nome solo quando si conforma pienamente a Cristo venuto a “salare” e “illuminare” il mondo donando senso e salvezza a questa nostra vita, al trascorre del tempo, alla stessa morte. Gesù ci ha offerto tutto quanto era possibile offrire, senza trattenere per sé nulla, fino a confondersi con noi, con la nostra miseria, con la nostra morte. Non si è chiesto se ne valeva la pena, buono o cattivo, ogni uomo è stato da Lui ritenuto degno del suo Sacrificio. “Voi siete il sale della terra…, voi siete la luce del mondo”. Credere in Lui è vivere come Lui, spendendo la propria vita per dare consolazione, forza, speranza, amore a tutti quelli che ne hanno bisogno, senza differenze, perché dinanzi alla sua misericordia ogni uomo è un fratello, ogni povero un figlio, e allora ogni cristiano è un piccolo grano di sale, un piccolo raggio di luce chiamato a dare sapore e a illuminare la propria vita e quella di chi gli vive accanto.