Rif.: Sir 15,15-20 (NV 15,16-21); Sal 118/119,1-2.4-5.17-18.33-34; 1 Cor 2,6-10; Mt 5,17-37
Il “discorso della Montagna”, iniziato con le Beatitudini, continua arrivando alla sua parte più difficile ed impegnativa: il compimento della Legge. Gesù è categorico, non basta l’obbedienza passiva ai Comandamenti, essi raggiungeranno il loro scopo di preservarci dal male e donarci la vita solo se saranno vissuti in pienezza, se saranno osservati con amore, quello stesso che Dio ha avuto per noi nel donarci la Legge che è guida sicura verso di Lui.
In questo modo, Gesù apre dinanzi a noi un orizzonte nuovo, l’amore che sta alla base della Legge deve informare e guidare la nostra obbedienza ad essa, solo così diventa chiaro che non possiamo limitarci al “non fare”. Chi ama, infatti, non si limita a “non” schiaffeggiare la persona amata, ma va oltre e trasforma lo schiaffo in una carezza, in un abbraccio, in parole d’amore.
E’ questo il senso degli esempi che Gesù ci porta, allora il “non ammazzare” non ha solo una valenza fisica, ma soprattutto morale che vuol dire innanzitutto non “eliminare” l’altro dal nostro cuore con il disprezzo, l’offesa, la derisione. Quando in noi mancano l’amore, la comprensione, la benevolenza, la misericordia – tutti sentimenti che invece Dio ha per noi – è già un ammazzare…
Così anche “Ricordati di santificare le feste” non significa “vai a Messa” e siamo pari! Ma è invito a ricordarsi che Dio, Onnipotente e Santo, in quel giorno ci attende e si attende da noi un segno di gratitudine, un’invocazione di aiuto, un rendimento di lode per averci creati, salvati e per averci dato una Legge morale che vuole custodirci dal male e insegnarci a vivere e ad amare.
La Legge, quindi, non va osservata nella lettera, ma “vissuta” interiormente con tutte le forze dell’intelligenza e del cuore, non per dare alle proprie azioni una parvenza di legalità, ma perché la vita umana sia guidata dagli stessi sentimenti di Dio. Se la Legge fu data all’uomo per amore è dall’amore che essa deve essere governata, interpretata, vissuta. E’ questo il nuovo senso, il “compimento” della Legge cui fa riferimento Gesù. Egli ha obbedito al Padre senza riserve, ma alla base c’era un amore incondizionato che ha trasformato il suo Sacrificio in Offerta Santa, in un atto di amore offerto sia al Padre che agli uomini.
Solo guardando a Gesù il cristiano trova l’ispirazione e il senso della sua vita, la Via per lasciarsi guidare da quello stesso amore che spinse il Signore a venire tra noi e a noi donarsi. Solo così la Legge sarà il luogo privilegiato nel quale l’uomo incontra Dio e i fratelli nello stesso momento e allora non sarà più importante se siamo noi ad avere qualcosa contro qualcuno o viceversa, importante sarà solo ristabilire quel legame di amore che ripristina l’unità fra noi e Dio, fra noi e i fratelli:“se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te… va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono” (Vangelo).