Rif.: Is 49,14-15; Sal 61/62,2-3.6-9; 1Cor 4,1-5; Mt 6,24-34
“Io non ti dimenticherò mai” – il profeta Isaia si rivolge al popolo che, afflitto dall’esilio, pensa di essere stato dimenticato da Dio. Dio non dimentica, più affettuoso di una madre, Egli non può trascurare le sue creature, il vincolo di amore stipulato con esse è “viscerale” ed eterno. Quasi in risposta alle parole del profeta, il salmista ribadisce la sua fiducia in Dio: è in Lui che l’anima trova riposo e ristoro, da Dio trae forza e riparo e ancor di più è da Lui che attinge speranza.
Ed è proprio la speranza il tema fondamentale sulla quale vertono le letture di questa splendida liturgia che, a ridosso della Quaresima, sembra prepararci ad essa. Nelle domeniche scorse abbiamo visto come Dio si china sul popolo con amore perenne, dono di amore fu anche la Legge che a Lui ci guida, con amore essa va osservata e vissuta, con amore essa chiama a pregare non solo per i fratelli, ma anche per i nemici (domenica scorsa). Legge che nel suo compimento ci porta ad avere per gli altri gli stessi sentimenti che Dio ha per noi. Ed è per questo Amore, che in Cristo si incarna e nello Spirito Santo ci viene donato, che il credente si affida a Dio con tutto se stesso, senza timori e senza riserve, fidando in questo amore e aggrappandosi ad esso. Il fedele sa che ogni richiesta è inutile, Dio ci vede, Dio ci conosce, Dio ci è vicino!
E’ con questa speranza, con questa certezza che Gesù oggi ci chiama a vivere in modo diverso ogni giorno della nostra vita. Le pene, le afflizioni, i sacrifici, non mancheranno: nuovo giorno, nuova pena, ma tutta la vita ha una meta, un traguardo verso il quale ci dirigiamo e dove incontreremo Dio, dove Egli si mostrerà così come è madre amorosa che attende i suoi figli. Le nostre preoccupazioni sono un fardello che non possiamo né risolvere, né eliminare, esse sono connaturali al nostro limite, alla nostra debole naturalità. Nell’orizzonte della nostra vita sorge allora, luminosa, la speranza, virtù che nasce dalla fede e si accompagna all’amore. La vita va vissuta con impegno, al meglio delle nostre possibilità, essa è invito a collaborare con l’opera divina, ma, al di là del nostro impegno, è Dio a donarci forza e a venirci incontro. Insomma vivere è suonare una melodia a quattro mani, le nostre e quelle di Dio, solo allora non vi saranno stonature e la musica delizierà il nostro orecchio, commuoverà il nostro cuore, addolcirà i nostri giorni, mitigherà fatica e preoccupazioni, perché nel momento in cui saremo stanchi sarà Dio a suonare per noi.
E’ con queste disposizioni che Gesù ci accompagna nel periodo di Quaresima che stiamo per iniziare, durante il quale la riflessione della Parola ci sarà di aiuto e conforto e la preghiera segnerà una nuova intimità con il “Padre Santo che vede e provvede a tutte le sue creature” (Colletta II).