Rif. Es 17,3-7; Sal 94,1-2.6-9; Rm 5,1-2.5-8; Gv 4,5-42
Come un fiume, a volte sotterraneo e a volte no, l’acqua percorre tutto il Vangelo di Giovanni fino a scaturire con forza dal fianco squarciato di Gesù Crocifisso, per riversarsi sul mondo come un lavacro che purifica e dona vita. Da quell’acqua, che bagna il corpo martoriato di Cristo, nasce la Chiesa ed è in quell’acqua che tutti veniamo immersi nel Battesimo per essere rigenerati ad una nuova vita. Tutta la Liturgia del ciclo A, propria di questa Quaresima, ha un carattere spiccatamente battesimale e tutto è armonicamente composto, dalle letture, al Prefazio, alle orazioni, per riscoprire la vitalità, il senso, l’attualità del nostro Battesimo. Un’occasione preziosa per ritrovare la Grazia perduta e intraprendere il cammino di conversione che ci conduce ad incontrare Cristo e chiedergli la stessa acqua viva che Egli promette alla Samaritana.
Il Vangelo ci riporta una scena suggestiva: Gesù è giunto nella terra ostile e infedele della Samaria, ed ora siede, stanco e accaldato, all’ombra, accanto all’antico pozzo di Giacobbe, quando arriva una donna samaritana ad attingere acqua.
Gesù le chiede: “Dammi da bere”.
Sorpresa, la donna chiede: “Come mai tu, che sei un giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?” Con pazienza Gesù le spiega che, in realtà, è Lui a volerle donare un’acqua capace di appagare la sete che ella avverte e che la spinge, da un uomo all’altro (v. i 5 mariti), a cercare di colmare il suo ardente bisogno di amore e comprensione, senza mai esserne soddisfatta.
Finalmente si intendono, Gesù non parla dell’acqua del pozzo, ma di un’acqua viva che soddisfa la sete interiore che ognuno si porta dentro. Un’acqua che purifica, feconda e dona vita abbondante fino a traboccare copiosamente per riversarsi da uomo ad uomo su tutta l’umanità. Acqua viva che è simbolo dello Spirito Santo che, come sorgente eterna ed inesauribile, acquista pienezza dal suo stesso scorrere.
Il colloquio fra Gesù e la Samaritana lascia intravedere l’incontro tra Dio e l’umanità tutta, e la richiesta di Gesù : “Dammi da bere” anticipa il grido della Croce: “Ho sete”, una richiesta drammatica, nella quale i Santi Padri hanno visto la sete che Dio ha di anime, perché, se l’uomo ha bisogno di Dio come ha bisogno dell’acqua per continuare a vivere, anche Dio si mostra assetato della nostra fede e del nostro amore.
Sì, anche Cristo ha sete di noi, sete di incontrarci per riversare in noi la forza straripante di un amore, talmente grande, che lo ha spinto a morire per noi “mentre eravamo ancora peccatori” (II lett.).
Quaresima tempo di sosta, tempo nel quale la sete dell’uomo e quella di Dio si incontrano in un caldo mattino, accanto ad un pozzo che ci rimanda al fonte battesimale, e rinnovati dall’acqua viva della grazia possiamo riprendere il cammino per annunciare al mondo che “l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato donato” (II lett.)