Domenica scorsa, 13 marzo, a Roma si è tenuto l’incontro organizzato presso la chiesa di santo Stanislao Vescovo e Martire, intitolato “Il volto della misericordia”. Aveva lo scopo di ricordare l’enciclica Dives in misericordia di san Giovanni Paolo II e di chiarire il significato dell’Anno della Misericordia alla luce della bolla di papa Francesco Misericordia vultus.
Don Andrzej Dobrzyński ha presentato il contenuto dell’enciclica sulla misericordia di Dio. Ha ricordato che il documento è stato in quel momento una sorpresa perché il tema della misericordia era spinto nell’ombra della riflessione teologica e sottovalutato nella cultura e nella vita sociale. Giovanni Paolo II aveva mostrato la misericordia come verità rivelata sulle pagine della Bibbia e fortemente radicata nella fede cristiana. La misericordia è l’amore di Dio per le persone nonostante i loro peccati e le loro infedeltà, per le persone provate dalla sofferenza. Cristo rivelò pienamente la misericordia, specialmente attraverso la croce e la risurrezione, vincendo il peccato e la morte, risanando le ferite dell’umanità con la medicina della misericordia. Nel contempo rivelò Dio come Padre misericordioso.
La misericordia restituisce il senso salvifico alla nostra vita, è il cammino della conversione ossia dell’estrazione del bene ricoperto dagli strati del male, del recupero della dignità umana e della comunione con Dio e tra le persone. Ha un ruolo fondamentale nella vita sociale perché si rifà all’uguaglianza di tutte le persone dinanzi a Dio, al bisogno di vincere il male con il bene e il perdono. In tal modo svolge la funzione di correzione dei programmi di giustizia sociale che spesso sono soggetti a travisamento. L’oratore ha sottolineato che l’enciclica ha un valore apologetico svelando l’azione di Dio nel confronto con il male fisico e morale. Il messaggio profetico dell’enciclica Dives in misericordia porta la speranza e la forza per la conversione personale e l’apostolato nel mondo di oggi – ha affermato don Dobrzyński.
Padre Zdzisław Kijas OFM Conv. nel suo intervento si è concentrato sull’importanza dell’Anno della Misericordia attualmente in corso. Ha sottolineato che nella misericordia di Dio l’essenziale è la persona di Dio, ma anche elevare l’uomo incline alle cadute e il mondo ferito dalle divisioni e dai conflitti. Pertanto è importante restituire alla generazione odierna una gerarchia di valori in quanto la misericordia serve alla realizzazione del bene. Nel mondo in cui viviamo una delle opere essenziali della misericordia è quella di professare la verità, in quanto si sta diffondendo sempre più un clima di relativismo e sfiducia. Deve essere molto di più una persuasione paziente che una trasmissione autoritaria dei dogmi. Non possiamo identificare la misericordia soltanto con la beneficenza e la compassione dinanzi a vari tipi di disgrazie. Deve soprattutto essere una propagazione dei valori e del rispetto per la verità in quanto Dio eleva l’uomo risvegliando in lui le energie spirituali che in lui sonnecchiano addormentate. L’oratore ha anche fatto notare che in un’epoca di valori “fluidi”, della “cultura delle esigenze” e dell'”adorazione” della natura, la misericordia costituisce la “chiave” per aprire una nuova opportunità per l’umanità. Il mondo senza misericordia sarà sempre più minaccioso. Per tale ragione l’Anno Santo è la chiamata all’esame di coscienza e alla conversione.
L’incontro è stato organizzato in comune dalla Fondazione “Giovanni Paolo II” – Centro di Documentazione e Studio del Pontificato e dalla Pastorale della chiesa di santo Stanislao Vescovo e Martire di Roma.