Rif.: At 2,1-11; Sal 103; 1Cor 12,3b-7.12-13; Gv 20,19-23
“Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso”. Il vento travolge paure ed incertezze, è ora di andare senza chiedersi dove, né perché è l’ora dello Spirito Santo, l’ora dell’annuncio e del perdono, l’ora del cammino della Chiesa. Nella piazza risuona il primo messaggio: “Cristo è risorto, è veramente risorto!”. In esso c’è il legame profondo che unisce la Pasqua alla Pentecoste in un unico lungo giorno di cinquanta giorni: cosa sarebbe la Pentecoste senza la Pasqua? Perché lo Spirito dovrebbe spalancare le porte del Cenacolo? Cosa ci sarebbe da comprendere, da annunciare che richieda il suo aiuto? Chi da riconoscere, testimoniare e seguire?
Ma, cosa sarebbe la Pasqua senza la Pentecoste? Come si potrebbe riconoscere in Cristo risorto l’uomo crocifisso e morto? Chi farebbe ardere il cuore dinanzi a questo sconvolgente mistero? Chi potrebbe dare la forza, l’intelligenza, il coraggio, l’amore di annunciare al mondo ciò che la ragione non può comprendere? Nelle nostre chiese il Cero, acceso durante la Veglia pasquale, continua a brillare e il Vangelo inizia: “La sera di quello stesso giorno”, è il giorno del Signore, il giorno santissimo in cui egli si mostra risorto, anche qui le porte sono chiuse sulla paura degli uomini, anche qui esse non sono ostacolo all’imprevedibile venuta del Signore, anche qui un soffio aleggia su quegli uomini e li invita ad andare per le strade del mondo, portatori di perdono, annunciatori di speranza, testimoni dell’Amore sconvolgente di Dio.
“Alitò su di loro”, e quel soffio leggero che si effonde nel Cenacolo, acquista forza e vigore fino a divenire vento impetuoso e gagliardo che spalanca le porte, percorre le vie del tempo, sconvolge la storia, si dilata fino a raggiungere i confini del mondo, ci attira e ci unisce intimamente a Cristo, fino a formare con lui un solo corpo (II lettura). Di questo Corpo, invisibile ma reale, lo Spirito è la forza che tiene unite le membra fra loro, che a ciascuna dona in abbondanza ciò è utile ad un compito particolare, e che tutte le membra forma e destina in vista del bene comune (II lettura).
“Credo nello Spirito Santo”, ancora una volta il Credo ci riporta al mistero dello Spirito che Gesù chiama con vari appellativi: Spirito di verità, l’altro Consolatore, Spirito di Dio. Eppure è difficile parlare dello Spirito Santo, anche nel giorno in cui con tanta potenza si manifesta, possiamo solo constare gli effetti della sua azione. Egli non parla, ma gli apostoli sono spinti fuori a parlare alle folle; non spiega e non dà lezioni ma illumina l’intelligenza a tal punto che essa ama ciò che, senza quella luce, è incomprensibile mistero. Lo Spirito non esorta, non dice nulla ma posandosi sugli Apostoli ne incendia gli animi e li spinge ad annunciare e poi a testimoniare fino al martirio la fede in Cristo.
E’ lui che dal profondo della nostra anima prega per noi, avendo conoscenza di ciò che è bene e giusto chiedere. E’ lui che attraverso i secoli ha ispirato la Scrittura, Parola sacra che sostiene e accompagna la nostra vita, è lo Spirito che, invocato sul pane e sul vino li trasforma nel Corpo e nel Sangue di Cristo, è lui che, invocato sull’assemblea, fa di noi un solo corpo: quello di Cristo Risorto!
LR