Rif.: Ger 20,7-9; Sal 62/63,2-6.8-9; Rm 12,1-2; Mt 16,21-27
Tutta la liturgia di questa domenica ci pone dinanzi ad una drammatica scelta: Dio o gli uomini? Apparentemente scontata, la risposta, in realtà, investe tutta la vita di un uomo. Ne è esempio Geremia che con le sue appassionate parole: Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto violenza e hai prevalso, parla della sua vocazione, come di un’esperienza amorosa. Egli è stato “sedotto” da Dio al punto che, nonostante la derisione e la vergogna che gli vengono dal mondo, non sa resistere alla voce dell’Amato ed annulla se stesso per offrirsi totalmente all’azione di Dio.
Seguire il suo esempio affascinante
In questa dedizione assoluta intravediamo Cristo che si offre alla volontà del Padre con una incondizionata disponibilità interiore alla quale chiama anche i suoi discepoli. E’ la dura scuola della croce che tanto scandalizza Pietro e gli fa esclamare: Dio non voglia, Signore, questo non ti accadrà mai. Ma Gesù lo rimprovera severamente: Va dietro a me, Satana, tu mi sei di scandalo perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini. Scandalo in greco indica tutto ciò che è di ostacolo, inciampo.
Gesù invece rifiuta ogni rallentamento o indecisione e si dirige “decisamente” (cf. Lc 9) verso ciò che lo attende a Gerusalemme. Un cammino che ha segnato il mondo con tracce indelebili perché ogni discepolo trovi in Lui un esempio da seguire, delle orme da ricalcare, una strada da percorrere. Un cammino segnato dall’amore…, poiché non si può seguire Dio se non se ne rimane affascinati, neppure ci si può uniformare alla sua volontà – a volte molto dura – senza amarlo. Innamorarsi di Dio fino a rimanerne sedotti è meta e origine di ogni sequela.
Lasciarsi trasformare dalla sua croce
Ma, per arrivare a questo, è necessario lasciarsi trasformare intimamente da Dio, dalla sua azione e dalla sua Parola (II lett.), poiché un abisso distanzia il nostro modo di pensare da quello di Dio. I nostri pensieri infatti sono dettati dalla rivendicazione dei propri diritti, dall’egoismo, dalla vanagloria, dalla sopraffazione…
Dio no! Dio si dona, sempre, senza riserve… Gli ostacoli nascono quando anteponiamo, come Pietro, i nostri pensieri e la nostra volontà a quella divina.
La fede è la strada della croce abbracciata non con sopportazione dolente e sgradita, ma con l’intima consapevolezza che è la sola a condurci verso Dio. Fede è il cammino d’amore dell’uomo che si aggrappa a Dio. Misericordia è il cammino d’amore di Dio che si dona all’uomo. La Croce è il loro punto di incontro!
Punto dal quale parte la nostra redenzione, dal quale l’amore di Dio dilaga sul mondo e ci travolge, Croce che Cristo ha portato per noi e continuamente condivide con noi, ma anche strumento privilegiato per dimostrare la nostra fede in Lui. Sacro legame che ci permette di camminare con Gesù e da Lui essere aiutati a compiere la divina volontà, una volontà che ci chiama ad offrire i nostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio (II lett.), per portare ogni giorno la croce sulle orme di Cristo, nostra speranza (preg. Colletta II).
LR