Rif. : Is 61,1-2.10-11; Lc 1,46-50.53-54; 1Tes 5,16-24; Gv 1,6-8.19-28
Il tempo di Avvento si divide in due parti, la prima ha una forte connotazione escatologica mentre la seconda si proietta decisamente verso il Natale del Signore. Siamo nella seconda parte dell’Avvento e il colore viola che lo caratterizza si stempera nel rosa dell’aurora. La Liturgia è un’esortazione alla gioia per l’avvicinarsi del Signore, anzi per la presenza del Signore in mezzo a noi. Ancora una volta ci viene incontro la figura del Battista, figura emblematica dell’Avvento e simbolo della vita del credente.
La voce e la Parola
A chi lo interroga sulla sua reale identità si definisce “voce di uno che grida nel deserto” sottolineando in tal modo che nulla della sua persona è rilevante, egli è solo “una voce”, uno strumento, al quale Dio dà sonorità perché svolga la sua missione: annunciare Cristo e additarlo alla folla e alla storia come “l’Agnello di Dio”. Come sappiamo la voce è solo suono, ciò che le dà senso e comprensione è la parola, il suono svanisce, ma ciò che rimane in noi è il significato della parola. Giovanni è tutto questo: la sua vita ha senso solo se accompagnata, seguita, riempita dalla presenza di Cristo, Verbo di Dio.
La nostra vita è come la voce di Giovanni, un rumore senza senso se in essa non risuona Cristo, se le nostre azioni non ne riflettono l’amore, il perdono, la comprensione.
Testimoniare Cristo
Passiamo allora dalla Liturgia alla vita: come l’Avvento è il tempo della fede e della gioia, così tutta la nostra vita che si proietta verso l’eternità è il tempo forte e gioioso in cui Cristo si avvicina, si incarna, ci incontra nella Parola, nell’Eucaristia, nei fratelli. Ogni giorno è il giorno nuovo in cui è possibile scorgerlo tra la folla che ci circonda: nel sorriso di un bimbo, negli occhi di un povero, nel timido grazie di un ammalato; Cristo è qui, è presente, ma solo la fede ci permetterà di riconoscerlo ed annunciarlo.
Nella Parola di Dio intravediamo un altro insegnamento: come il Battista annunciò e nello stesso tempo attese il Messia, così anche il cristiano è chiamato ad annunciare e testimoniare Cristo mentre lo attende.
Attenti alla sua presenza
Un ultimo avvertimento ci viene da Giovanni: “In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete”, presi dalle molte cose si rischia di non riconoscere il Signore già presente in mezzo a noi nei fratelli e nei sacramenti, nella grazia e nel dubbio, nei cuori e nel tabernacolo.
L’Avvento allora diventa il tempo dell’attenzione a Dio che si presenta a noi in ogni uomo, in ogni occasione, in ogni tempo, tempo che la fede rende gioioso e che prende i colori di un giorno nuovo e radioso, un giorno di speranza e di incontro. In questa seconda parte dell’Avvento che ci chiama alla gioia ed alla preparazione del Natale, ci raggiunge la forte esortazione di Paolo: “Fratelli, siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie…” e la nostra preghiera sarà:
Grazie, Padre, per questo tuo Figlio che ci doni, grazie per la nostra vita che a te si dirige, grazie perché ad ogni dolore si accompagna la gioia, ad ogni afflizione la consolazione e mentre ti attendiamo il nostro tempo diventi un tempo di pace, di perdono, di amore, di sincerità.
L.R.