Rif.: Gn 9,8-15; Sal 24/25,4-9; 1Pt 3,18-22; Mc 1.12-15
“Ritornate a me con tutto il cuore” Le parole del profeta Gioele, proclamate nel Mercoledì delle Ceneri, segnano il Tempo di Quaresima come tempo di penitenza, di riflessione e di ritorno a Dio. Ma questa prima domenica quaresimale dell’anno B, opera un profondo capovolgimento delle nostre convinzioni: sì, è ora che l’uomo torni a Dio, ma è innanzitutto Dio che è tornato all’uomo e continuamente ritorna a lui….Non una ma ripetute volte, fin dai tempi del diluvio universale (I lett.). Dio si è chinato sull’uomo dichiarando di non avere alcuna sete di vendetta, ma solo desiderio di allearsi con lui e con lui stabilire un patto di amicizia. E allora l’arcobaleno (ho posto il mio arco sulle nubi…), Abramo (stabilisco con te un’alleanza…), il popolo di Israele (io sarò il vostro Dio…), tutta la storia sacra acquista il sapore di un amoroso inseguimento di Dio che si pone alla ricerca dell’uomo. Le diverse alleanze ci dicono che solo Dio rimane fedele ai patti, mentre l’uomo più volte ha tradito e tradisce ciononostante vediamo che i patti di Dio diventano sempre più vincolanti … per Lui! Fino ad arrivare al suo Figlio Gesù: “morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio” (II lett.)
La Quaresima appare allora come il tempo opportuno per giungere ad una duplice verità: la prima è quella che riguarda la nostra povertà legata a certezze e valori fragili e transitori che è necessario eliminare per giungere ad un’altra verità: quella che riguarda Dio che è Amore, Provvidenza, Perdono.
Dio sempre pronto a ricredersi sul destino dell’uomo, a concedergli nuove occasioni di pentimento e di ritorno (I Lett.), ci offre oggi questo tempo perché sia occasione propizia per tornare a Lui, per trasformare ogni giorno in un giorno di conversione e di fede, tempo di ritorno che si fa ascolto della Parola, attenzione verso i fratelli, preghiera assidua e fervente.
Allora le opere penitenziali del digiuno, della preghiera, dell’elemosina, mostrano un nuovo volto: esse non sono lo scopo o il punto di arrivo della Quaresima, ma solo un mezzo per spogliarsi di tutto ciò che ostacola l’intimità con Dio. Solo in questa ritrovata intimità la Quaresima sarà il tempo sacro per eccellenza, il tempo che Gesù stesso ha consacrato con la sua permanenza nel deserto, dove fu “tentato da Satana e stava con le bestie selvatiche”.
Il racconto acquista il valore simbolico del cammino quaresimale che, al di là dei buoni propositi, è costantemente ostacolato dalle “bestie selvatiche” che abbiamo dentro di noi: l’indecisione, i dubbi di fede, la pigrizia, i ripensamenti e quel desiderio inconfessato di sfuggire allo sguardo di Dio”. Ma ci sono gli angeli a “servire Gesù”, segno che Dio anche a noi manderà un aiuto, un sostegno che ci dia forza per continuare il cammino intrapreso.
Dio paziente e misericordioso … disponi i nostri cuori all’ascolto della tua parola, perché in questo tempo che tu ci offri si compia in noi la vera conversione…
L.R.