Rif.: Es 20,1-17; Sal 18,8-11; 1Cor 1,22-25; Gv 2,13-25
Il nostro cammino quaresimale continua e, ancora una volta, la Liturgia ci richiama con forza all’ascolto della Parola per offrire a Dio un cuore sincero che in nome dell’amore sia pronto all’obbedienza: “piega i nostri cuori ai tuoi comandamenti…”, invochiamo nella preghiera di Colletta. Comandamenti che fanno degli erranti nel deserto il popolo eletto e riportano l’uomo alla propria dignità insegnandogli il rispetto verso Dio e verso il prossimo.
Tra fede ed interessi personali
Il loro inizio è solenne: “Io sono il Signore, tuo Dio… non avrai altri dei di fronte a me”. Come un amante geloso (v. 5), Dio chiede di essere Unico nel cuore dell’uomo, nulla deve opporsi alla sua signoria. La sua è una richiesta motivata perché “conosce quello che c’è nel cuore dell’uomo” (cfr vangelo) e sa che di lui non ci si può fidare, combattuto com’è tra fede e frode, umiltà e presunzione, carità ed interessi personali. Lo dimostra ampiamente la situazione del Tempio a Gerusalemme dove al suo interno un grande cortile era stato destinato alla vendita degli animali per il sacrifico ed ai cambiavalute.
Come ogni pio israelita, Gesù arriva a Gerusalemme per la grande festa e dal Tempio gli arriva il fragore di un mercato, voci che si rincorrono e si accavallano confuse: al grido dei venditori fa eco quello degli acquirenti, il tutto frammisto al belato delle pecore e al muggire dei tori e dei vitelli.
Dov’è il silenzio per pregare? Dove il necessario raccoglimento per incontrare Dio? Dove sono i sacerdoti per ridare dignità alla Casa di Dio? Essi appaiono più occupati dai propri affari che preoccupati del culto dovuto a Dio. Ad esempio, la legge che regolava i sacrifici era nata perché si sacrificassero a Dio i primogeniti del proprio gregge o si offrissero le primizie della propria terra, che senso aveva comprare animali nel cortile del Tempio? Ma questo portava guadagno ai sacerdoti e ai venditori.
La Croce nella vita
Gesù si ribella ad una tale profanazione e scaccia venditori ed acquirenti, ai Giudei che gli chiedono un segno che dimostri la sua autorità, Gesù risponde con la profezia delle propria morte. Già altre volte gli era stato richiesto un segno e sempre Gesù aveva fatto riferimento alla sua Passione e Resurrezione. Sarà la Croce il segno indelebile dell’autorità di Cristo, dell’amore del Padre per le sue creature. La Croce si ergerà all’orizzonte umano come segno di pace e di riconciliazione, di perdono e di amore. E’ verso la Croce che la Quaresima si dirige e ad essa guarda come il segno che prova e misura la nostra fede, come strumento che il credente abbraccia con Cristo e per Cristo, in essa c’è la sintesi di amore offerto e donato per noi. Su di essa incontriamo Dio fatto carne e il suo Sacratissimo Corpo è il Tempio umano dove Dio dimora, nel suo volto vediamo il volto del Padre, nel suo Cuore incontriamo l’Amore eterno dello Spirito Santo. Immersi in Cristo col Battesimo anche noi diventiamo membra del suo Corpo, pietre vive di quel Tempio che è Lui. E’ in Gesù, con Lui e per Lui che ripercorriamo le tappe di quella Sapienza divina che seppe rivestirsi di debolezza (II lett.) per donare agli uomini la forza, la bellezza, la gloria di Dio.
L.R.