Rif.: At 2,1-11; Sal 103; Gal 3,16-25; Gv 15,26-27;16,12-15
Nel celebrare la Pentecoste la Chiesa celebra se stessa. Il tesoro di Grazia che le è stato affidato, il potere del perdono che detiene, le Chiavi del regno che possiede, la Parola che annuncia, la comunione che vive. Tutto questo ed altro ancora le è stato donato in quel lontano giorno di Pentecoste, quando i dodici, le donne e Maria furono investiti da quel vento gagliardo, da quel fuoco che arde i cuori senza bruciarli, da quell’ardore che spinge ad andare senza sapere dove né perché: lo Spirito discese arricchendo dodici umili pescatori di doni inenarrabili, rendendoli sapienti al di sopra di ogni umana sapienza, arditi al di sopra di ogni umano coraggio. Un nuovo popolo nacque, la Chiesa.
Una perché unita dall’unica linfa che la nutre lo Spirito Santo, una perché unico il corpo che essa forma, unico il suo capo. Una perché unita da un’unica preghiera quella di Cristo.
Santa: perché nata dal fianco squarciato di Cristo, dal suo Santo sacrificio, Santa perché Santo il Sangue che l’ha generata, l’Eucaristia che la nutre, lo Spirito che la anima, santa la Parola che la guida e la istruisce.
Cattolica: perché universale, destinata a tutti gli uomini di tutte le razze, di tutti i tempi, non vi è angolo segreto, nascondiglio in cui l’uomo non possa essere raggiunto dalla voce di Dio che si esprime attraverso di essa.
Apostolica: perché fondata sulla fede e la testimonianza degli apostoli direttamente istruiti da Cristo, sul loro martirio, sulla loro predicazione, sul Vangelo da loro annunciato.
Chiesa missionaria perennemente sospinta dal soffio vitale dello Spirito e da esso guidata nelle scelte e nelle decisioni. Chiesa di santi che già guardano il volto di Dio e vivono nella sua gloria. Chiesa di peccatori che si arrabattano nei dubbi, tremano per la debolezza, meschinamente attaccati a se stessi e alle loro cose, peccatori che attendono una parola che li scuota, li salvi, li tolga dal fango e li conduca a vita nuova. Peccatori che chinano il capo pentiti e sperano in un perdono che mai tarda ad arrivare.
Chiesa chiamata alla speranza ed alla gioia della resurrezione, Chiesa che ci genera alla santità e che in terra è mani, gambe, voce di Cristo, Chiesa che è vigna coltivata dal Padre, Chiesa che ci nutre di Cristo e ci fa vivere inseriti nella SS. Trinità.
Chiesa che dal nascere al morire ci è vicina e ci accompagna, per noi e con noi invoca vita eterna e perdono. Chiesa che cammina, come disse papa Benedetto, con i piedi nel fango e lo sguardo rivolto a Dio.
O Padre rendici Chiesa di verità e di carità, di umiltà e di servizio, Chiesa che alle parole preferisce la Parola e che nello scorrere del Tempo intravede l’eternità.
L.R.