Nel Vangelo di questa domenica Gesù si preoccupa dei suoi discepoli che, tornati stanchi dalla missione loro affidata, sono ora pressati da una grande folla al punto che “non avevano neanche il tempo di mangiare”.
Non dissimile è la situazione al giorno d’oggi, quando il lavoro, le incombenze, le relazioni sociali diventano scopo della vita e causa prima del nostro scontento. Le conseguenze sono tremende e vanno dalle malattie, allo stress che consuma le nostre energie interiori penalizzando i rapporti di famiglia, di amicizia e soprattutto il rapporto con Dio.
In questo tempo di vacanze e di riposo giunge allora illuminante il Vangelo di questa domenica nella quale, Gesù invita gli apostoli a seguirlo “in disparte, […] , in luogo deserto” affinché possano ristorarsi dopo la fatica della missione che ci è stata narrata nel Vangelo della scorsa domenica.
L’invito è a isolarsi, a fuggire lontano dalle richieste della folla, per ritrovare se stessi e l’intimità con il Maestro. Infatti Gesù non dice “andate”, ma “venite”. Perché il riposo vero, quello che ci permette di rinnovarci dentro e fuori è nel rapporto con il Signore. Non a caso abbiamo pregato con il Salmo “Il Signore è il mio pastore, su pascoli erbosi mi fa riposare”, perché solo chi ci ha donato la vita, può rigenerarla, facendoci ritrovare le energie che la fatica ha distrutto.
Anche la folla suscita in Gesù preoccupazione e tenerezza, essa gli appare come un gregge di pecore senza pastore, e allora Gesù si mette ad insegnare loro molte cose. Questo ci dice che il “venite” di Gesù è diretto anche a noi, perché tutti hanno bisogno di ascoltare la sua voce, di ritrovare in Lui pace e serenità. Il luogo ideale per rigenerare ogni nostra energia è sostare accanto a Cristo, è ritrovare la fede, è attingere alla fonte di ogni speranza. I luoghi alla moda, la frenesia del divertimento invece non fanno che aumentare stanchezza e insoddisfazione.
Oltre al riposo spirituale l’uomo ha necessità anche del riposo fisico, come ci è implicitamente ordinato dal quinto comandamento “Non ucciderai”. Questo comandamento che in negativo ci proibisce di distruggere la vita, in positivo ci ordina di prenderci cura di essa e perciò di eliminare tutto ciò che può essere nocivo alla propria e all’altrui salute. E niente è più nocivo della mancanza di riposo, del lavoro esagerato, dello stress e del dinamismo accelerato che possono essere causa di malattie.
Diventa allora necessario una sosta che non significa non fare niente, ma, come precisa Gesù quando ci dice “di venire in disparte”, il riposo è ricerca di Dio ed è cammino con il Maestro. Questo ritrovarci in Dio è ciò che ci permette di riprendere le forze, di crescere spiritualmente; ci consente di trovare più tempo per la famiglia, per gli amici, per noi stessi. Poiché è quando incontriamo Dio che serenamente possiamo incontrare anche gli altri.
Questo tempo di vacanza è dunque tempo privilegiato, tempo di grazia, di ricerca e di incontro, ma anche tempo nel quale sperimentiamo l’amore di Dio e impariamo ad amarlo. Così anche la domenica, vacanza settimanale, è tempo che Dio ci dona e che ci ordina di tener caro come cosa sacra a Lui consacrata. E’ il giorno che Dio riserva a sé e che, con il terzo comandamento, ci ordina di osservare e santificare.
Il Catechismo insegna che la domenica e tutti gli altri giorni festivi, sono un’opportunità di incontrare Dio, soprattutto nell’Eucaristia, ma sono anche tempo propizio “per la riflessione, il silenzio, lo studio e la meditazione, che favoriscono la crescita della vita interiore e cristiana”.
L’invito “Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto” risuona anche attraverso la voce di papa Francesco che spesso ci parla di fuga dalla mondanità. Nel nostro daffare infatti si annida anche un’altra tentazione che è quella di emergere ad ogni costo, di primeggiare sull’altro, di possedere ciò che gli altri hanno e ad avere ancora di più. Questo spinge all’egoismo, al disprezzo degli altri, all’indifferenza, all’egoismo, al narcisismo.
La mondanità di cui parla il papa è tutto questo complesso di sentimenti negativi che ci fanno rincorrere un presunto benessere e che invece ci fanno cadere nel malessere spirituale. Purtroppo però la mondanità ci perseguita ed è diventata parte integrante della mentalità corrente tanto da influenzare i nostri comportamenti e stravolgere perfino questo tempo che dovrebbe essere tempo di serenità e di pace.
Ancora una volta risuonano le parole di Gesù: “Venire in disparte” che ci ricordano con forza e dolcezza che il tempo delle vacanze non è solo ricerca di piaceri, di divertimento, di svago, ma anche di ricerca di ciò che giova effettivamente al corpo ed allo spirito, al cuore e all’intelletto, perché l’uomo è la stupenda sintesi di ciò che di materiale c’è nel mondo e di ciò che di spirituale c’è nei cieli.
Don Andrzej Dobrzyński