Gv 6,1-16
Spesso davanti a problemi che non hanno una chiara soluzione si rimane perplessi poiché ci accorgiamo che essi superano le nostre forze e le nostre risorse. Il Vangelo di oggi ci conforta e ci fa comprendere che quando l’uomo non ha soluzioni, Dio interviene mostrando la sua potenza e provvidenza.
Una folla immensa ha seguito gli apostoli e Gesù, affascinata dalla sua persona e dal suo insegnamento. Ma Gesù si rende conto che sono stanchi ed affamati e chiede a Filippo: “Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?”. Come sfamare tanta gente? Filippo risponde che i soldi disponibili non bastano a dar loro nemmeno un pezzo di pane e mancano altre risorse, che fare?
Atteggiamento di Filippo
Per Filippo la situazione si chiude qui. E la sua considerazione sembra essere corretta, anche noi ci arrendiamo quando, ragionando dalla sola prospettiva dei soldi, ci accorgiamo delle nostre scarse possibilità. Se non siamo ricchi non possiamo aiutare i poveri, gli affamati, ecc. Questo modo di pensare si sofferma solo sulle risorse materiali, conteggia le spese e ci fa dimenticare la stessa persona che è nel bisogno. Dalla scarsità di mezzi e dall’impossibilità di aiutare si passa poi all’astrazione del problema e si incolpa la società, lo stato, la burocrazia ecc. e chi è povero rimane nella sua povertà.
Ma il bisogno dell’altro è innanzitutto un fatto di coscienza, di rapporto umano nel quale ogni singolo è interpellato e ciascuno è chiamato al dovere di aiutare l’altro, senza scappatoie. Poi si cercherà di migliorare anche la situazione generale e gli organi preposti, ma innanzitutto dobbiamo sentirci impegnati a fare qualcosa in prima persona.
Atteggiamento di Andrea
A differenza di Filippo, l’altro apostolo, Andrea, cerca una possibilità per sfamare la folla guardandosi in giro, ma si scoraggia e si arrende anche lui di fronte alla pochezza di ciò che ha trovato: cinque pani e due pesci. Troppo poco per una folla così grande.
Anche quella di Andrea è una tentazione che ci appartiene, se non posso aiutare tutti, meglio non aiutare nessuno, perché gli altri vedendo verranno e chiederanno anche loro e sono tanti, troppi. Per giustizia meglio trattare tutti allo stesso modo e allora niente per nessuno.
Atteggiamento di Gesù
Gesù non commenta queste reazioni, ma ordina che tutti siedano, il luogo è molto erboso e potranno sistemarsi bene. “Fateli sedere” e quelle parole sono il segno di quanto Gesù si preoccupi di loro, sono stanchi ed ecco che per prima cosa offre loro il riposo, sono affamati ed Egli provvederà a sfamarli, tutti, in abbondanza. Progetto che però Gesù non rivela, ma del quale gli apostoli si accorgeranno alla fine, quando guarderanno l’abbondanza di ciò che è avanzato.
Prima però c’è la preghiera, il rendimento di grazie per quella piccola quantità di cibo che il ragazzo possiede. Gesù ringrazia il Padre in anticipo sa che nelle sue mani ogni cosa si moltiplica, sa che ogni fame verrà saziata, per questo Egli è là su quel monte, per questo è venuto tra noi. Poi c’è la distribuzione che gli apostoli compiono con un atto di fede assoluta, senza chiedersi più come quel poco possa bastare ai molti.
L’episodio è narrato da tutti e quattro gli evangelisti, oggi abbiamo letto il brano riportato da Giovanni e servirà all’evangelista per introdurre il discorso sull’Eucaristia. Ma a parte ciò, come sempre la parola di Dio viene a noi ricca di insegnamenti. Il racconto infatti ci mostra innanzitutto il nostro limite, la pochezza dei mezzi di cui disponiamo e la perenne tentazione di rinchiuderci nel nostro egoismo, ma esso ci dice anche che ogni cosa, affidata a Dio, è resa feconda dal suo amore, dalla sua preoccupazione e dalla cura che Egli ha per ogni uomo.
Da soli non ce la faremo, bisogna consegnare le nostre poche risorse alla potenza di Dio, e allora il poco che abbiamo si moltiplicherà e potrà essere condiviso e più lo condividiamo, più si moltiplicherà. Non dobbiamo mai avvilirci di fronte al bisogno degli altri, con la buona volontà sapremo sempre trovare qualcosa da condividere e quel poco, affidato a Dio, basterà e abbonderà.
Infine Gesù raccomanda che si raccolga quanto è avanzato e nulla vada sprecato, con questo ci fa capire che la moltiplicazione dei pani e dei pesci è un segno dell’amore di Dio e l’amore non va mai né sprecato, né gettato.
Don Andrzej Dobrzyński