Rif.: 1Sam 26,2.7-23; Sal 102; 1Cor 15,45-49; Lc 6,27-38
Continua il discorso delle beatitudini e aumenta il desiderio di tapparsi le orecchie, di allontanarsi e in silenzio fuggire dove quelle parole non possono raggiungerci. Ma Gesù continua: “Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite…, pregate…”. Un linguaggio duro che sembra non distinguere il torto dalla ragione, che unisce in un dialogo muto il bene al male, perché quest’ultimo sia sconfitto senza battaglia, con la sola forza travolgente dell’amore.
Amate, amate, la raccomandazione instancabile di Gesù, il suo ultimo testamento: “Amatevi come io vi ho amato” perché l’amore sarà il segno distintivo dei suoi seguaci:
“tutti sapranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri”(Gv 13,35).
Parole esigenti che fanno tremare il cuore perché sono rivolte a noi, proprio a noi, su questo non ci sono dubbi il brano di Vangelo inizia con: “A voi che ascoltate, io dico …!” nessuno allora può esimersi dal mettere in pratica l’insegnamento di Gesù. Allora non basta essere venuti a Messa, aver assolto il precetto domenicale, la vita cristiana non si limita alla Messa, alle preghiere, ad un segno di croce frettoloso e a volte scaramantico. La vita cristiana appunto è vita, vita da vivere attimo per attimo nella gioia e nelle difficoltà chiedendosi sempre “Cosa vuole Dio da me in questo momento?
Ce ne dà esempio Davide: Saul, che ha tentato di ucciderlo più volte, è lì ai suoi piedi, addormentato profondamente, la lancia è a portata di mano, nessuno potrebbe impedirgli di infliggergli il colpo mortale e vendicarsi, tutto sarebbe risolto e la guerra finirebbe nel sangue del suo nemico. Ma Davide si rifiuta di uccidere Saul, in quanto re è consacrato a Dio e a Dio appartiene. Davide comprende che non può, non deve sostituire il suo giudizio alla volontà di Dio e silenziosamente com’era giunto si allontana. Amare è forse arrendersi a Dio, è uniformasi al suo modo di agire e di pensare che è molto simile all’agire e al pensare di un padre: “Come un padre ha pietà dei suoi figli così Dio ha pietà di quanti lo temono”. Davide si è arreso non a Saul che avrebbe potuto uccidere, ma a Dio, al suo giudizio, alla sua volontà, al suo diritto di vita o di morte.
Amare significa accogliere in sé Dio che è amore e il suo amore in noi è incontenibile e chiede di essere riversato e donato agli altri così come è stato donato e riversato in noi senza riserve, al di là di ogni nostro merito.
Chi ama… ama senza un perché, senza certificati di simpatia o di buona condotta, senza chiedere nulla, perché l’amore è gratuito e quando chiede in cambio qualcosa si fa simile ad un baratto e allora non è più amore.
L’amore è dunque la dimensione divina che il Figlio ci rivela e ci dona,:
“Dio che nel tuo unico Figlio ci riveli l’amore gratuito ed universale, donaci un cuore nuovo, perché diventiamo capaci dai amare anche i nostri nemici …”
L’amore è il luogo dove il nemico non è più nemico ma figlio di Dio e fratello in Cristo, dove chi ci odia merita preghiere affinché si ravveda e riconquisti l’immagine divina che reca in sé, dove chi ci fa del male è da compatire perché una vita senza amore è come una grigia tempestosa giornata …
Le Beatitudini ci chiedono: “quanto ti senti figlio di Dio, quanto apprezzi ciò che Egli ti ha donato, ti dona ed pronto a donarti ancora? Hai abbastanza coraggio per vivere con amore il suo amore eterno ed infinito?