La Liturgia della Vigila e quella della solennità dell’Assunzione, celebrano il mistero di Maria che, superando la morte, è passata da questa terra al cielo. Una realtà che costituisce uno dei dogmi della nostra fede e che si fonda sulla Resurrezione e Ascensione di Gesù: il destino del Figlio di Dio diventa anche il destino della sua Benedetta Madre che lo ha portato in grembo e gli ha donato la sua carne ed il suo sangue. Per questo motivo il santo papa Giovanni Paolo II vide in Maria la radice dell’Eucaristia perché nutrendoci della Carne e del Sangue di Cristo noi ci nutriamo indirettamente anche della carne e del sangue di Maria che lo generò.
Alla stregua di Cristo, dunque, anche il corpo di Maria, per il mistero avvenuto in Lei, viene considerato sacro e santo. Esso rappresenta il punto di incontro fra il cielo e la terra, fra Dio che genera e il Figlio nato dal suo grembo di Vergine. Ella custodì in sé un Tesoro ineguagliabile, molto più prezioso di quello custodito nell’Arca dell’Alleanza di cui ci parla la Prima Lettura nella Messa della Vigilia.
Arca nella quale la Chiesa vede il simbolo di Maria: come Maria infatti che nel suo grembo custodì Gesù cibo spirituale, nell’Arca era conservata la manna che cibò gli ebrei nel deserto. L’Arca veniva trasportata da un luogo all’altro perché fosse monito e ricordo della cura di Dio per il popolo, così Maria guida e segue ogni credente ricordando con la sua presenza il mistero della salvezza. Nell’Arca inoltre erano custodite le Tavole della Legge che esprimevano i comandamenti e la volontà di Dio.
Così Maria accettò e custodì in sé la volontà di Dio che la volle Madre e Vergine, e generò Colui che della volontà di Dio fece la sua missione ed il suo cibo: Gesù Cristo nostro Signore. Da Betlemme alla Croce Maria seguì il Figlio ed è dunque giusto che lo seguisse anche nel suo destino di gloria e il corpo che lo generò fosse dove è ora il suo corpo di Uomo alla destra del Padre, nell’alto dei cieli.
Una visione di gloria si apre dinanzi ai nostri occhi, nel pieno dell’estate, fra il caldo asfissiante e il rumore assordante delle spiagge, Maria si erge, silenziosa, al centro del cielo spingendoci a guardare in alto oltre le cose, ricordandoci che il nostro destino sarà simile al suo: ella è creatura come noi. Il cielo non si conquista con le nostre sole forze, ci è donato dalla bontà divina: a noi la volontà di coglierlo come frutto maturo di una bontà senza limiti, di una misericordia che “vuole” la nostra salvezza, di un perdono pronto ad asciugare ogni lacrima di pentimento.
Dio, che ci ha donato Maria come Madre e Rifugio, Rimedio e Consigliera, Conforto e Guida, ascolti la sua preghiera di intercessione e ci doni la salvezza.
Nel silenzio del cuore
Accogliesti il Figlio di Dio,
nel silenzio della notte
lo partoristi al mondo,
nel silenzio di uno straziante dolore
lo guardasti morire
e, con silenziosa gioia,
lo ricevesti risorto.
Nel silenzio della preghiera
nuovamente lo Spirito
ti rese feconda, Madre della Chiesa,
per generare nuovi figli al Figlio.
Nel silenzio del sonno
da questo mondo partisti
perché non fosse corrotto
il tuo corpo che, ora, in cielo,
glorioso risplende.
Al tuo silenzio si unisce il mio,
e, incapace di parlare, a te sollevo lo sguardo,
sapendo che la mia preghiera senza parole
ugualmente ti raggiunge
e intendi il mio muto dire
gravido di pianto e
di sentimenti inespressi,
di richieste che non so esprimere.
Tu Madre però ascolta e con tenera pietà
il mio passo malfermo sostieni,
la mia sofferenza allevia,
per il mio peccato intercedi,
dona amore alla mia aridità,
fede alla mia vita.
Dando parole al mio mutismo prega per me,
nell’ora estrema a me vieni,
Dolce Compagna, a me ti affianca
e a Dio conduci il mio passo stanco. Amen
(Lisetta)