La solennità di Ognissanti si apre con la grandiosa visione di una “moltitudine immensa che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua”, di angeli e anziani che circondano il trono di Dio e dell’Agnello. E’ la meta che la nostra fede ci prospetta, il regno al quale tendiamo durante la nostra vita. La schiera di gente avvolta in candide vesti rappresenta quella parte di umanità che ha lavato la propria veste nel sangue redentore di Cristo, che ha vissuto generosamente la propria fede: sono i beati dei quali Cristo parla nel Vangelo.
Di quella schiera ogni uomo è chiamato a far parte, ogni battezzato già gli appartiene perché “fin d’ora chiamato figlio di Dio e realmente lo è” (cfr. II lett.).
Gesù però ci mette in guardia: la strada del paradiso non è facile, essa passa attraverso le lacrime, le persecuzioni, la povertà materiale e spirituale; per arrivare a Dio bisogna aver fame di Dio, occorre portare la pace fra gli uomini per essere in pace con Dio, è necessario avere il cuore puro per incontrare colui che è il Santo.
Una strada ardua che incontra gli ostacoli del dubbio, delle indecisioni, della stanchezza, delle difficoltà oggettive di amare chi ci odia e di pregare per chi ci perseguita. E’ la strada che tanti sconosciuti hanno percorso silenziosamente, gente che ci vive accanto e della quale nemmeno ci siamo accorti: vecchi che offrono la sofferenza dei loro ultimi anni di debolezza e di confusione, bambini che seguono Gesù sul Calvario della sofferenza, madri e padri di famiglia che continuano ad amare e perdonare figli difficili e problematici, vicini di casa che ci offrono un sorriso e ci tendono la mano quando ne abbiamo bisogno. Oggi festeggiamo proprio questi santi sconosciuti che, pur non essendo scritti nel calendario, sono ugualmente nella gloria dei cieli, vicini a Dio come lo furono in terra. Santi che hanno vissuto le nostre stesse difficoltà e le hanno superate affidandosi a Dio, pregando per riceverne il sostegno, offrendo la loro vita per gli altri sull’esempio di Cristo. Santi che hanno dimenticato i propri diritti per sostenere quelli degli altri, santi che hanno vissuto dimentichi di sé, ma ricordati e amati da Dio. Santi che oggi celebriamo ed invochiamo affinché ci ottengano aiuto e protezione, essi sono esempi ai quali guardare per attingere coraggio e proseguire il cammino, per rianimare la speranza di una meta che ci attende e che sempre più si avvicina. Santi che oggi invochiamo perché ci ottengano aiuto, protezione e il coraggio di avere fede sempre. Santi dei quali ci sentiamo fratelli e con i quali siamo in comunione di preghiera.
Alla solennità di “Tutti i Santi” segue il giorno dopo la Commemorazione dei Defunti quasi un unico giorno nel quale, dal ricordo dei santi che ci danno speranza dell’eternità, si passa alla preghiera per coloro che l’eternità beata attendono.
Defunti che ci sono stati cari e dei quali non conosciamo ancora la sorte e allora preghiamo affinché quella che per noi è una speranza diventi il loro stato di vita beata.
Ognissanti e defunti: due giorni per riflettere e pregare, per decidere della nostra conversione e intraprendere un cammino che altri hanno percorso alla sequela di Cristo. Due giorni per riscoprire la nostra dignità di figli di Dio, per riacquistare quella Grazia battesimale che gratuitamente ci fu donata, per sentirci in comunione con i santi, per offrire con carità la nostra preghiera ai defunti. Due giorni per ricomporre, nella quiete e nel silenzio della meditazione, quei disaccordi e quei rancori che ci allontanarono da coloro che sono morti e possono ora dividerci dai vivi e da Dio.
L.R.
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