Sono stato chiesto di fare un’introduzione a quest’evento dedicato a San Giovanni Paolo II, con una breve riflessione sulla Sua persona e il suo insegnamento. Dato che gli organizzatori hanno scelto come titolo di questo concerto il famoso motto del pontificato di San Giovanni Paolo II Touts Tuus, ho pensato soffermarmi sul significato di queste parole.
Alcuni biografi di Karol Wojtyła amano vedere il
suo legame con Maria come effetto della sentimentale ricerca della tenerezza
materna dopo la prematura perdita della madre Emilia. Ho avuto il privilegio di
aver vissuto dieci anni in stretto contatto con il Pontefice, e – sinceramente –
posso testimoniare che non l’ho mai sentito menzionare questo evento
personale nel contesto del suo rapporto con Maria.
Invece, nel libro “Dono e mistero” confessa: “La venerazione alla Madre di Dio nella sua forma tradizionale mi viene dalla famiglia e dalla parrocchia di Wadowice. Ricordo, nella chiesa parrocchiale, una cappella laterale dedicata alla Madre del Perpetuo Soccorso, dove di mattina, prima dell’inizio delle lezioni, si recavano gli studenti del ginnasio. Anche a lezioni concluse, nelle ore pomeridiane, vi andavano molti studenti per pregare la Vergine”. Poi menziona anche il monastero carmelitano di Wadowice, centro di devozione per lo scapolare della Madonna del Carmine. Fu proprio qui che Wojtyła ricevette – come dice – all’età di dieci anni lo scapolare.
Diciottenne, poi, si trasferirà con il padre a Cracovia. Sempre in “Dono e mistero” rivela: “Quando mi trovai a Cracovia, entrai nel gruppo del «Rosario vivo» […]. Grazie all’influsso di Jan Tyranowski, il mio modo di comprendere il culto della Madre di Dio subì un certo cambiamento. […] Ci fu un momento in cui misi in qualche modo in discussione il mio culto per Maria ritenendo che esso, dilatandosi eccessivamente, finisse per compromettere la supremazia del culto dovuto a Cristo. Mi venne allora in aiuto il libro di San Luigi Maria Grignion de Monfort che porta il titolo di «Trattato della vera devozione alla Santa Vergine». In essa trovai la risposta alle mie perplessità”. Anche l’espressione Totus Tuus “deriva da San Luigi Maria Grignion de Monfort – ci dice Giovanni Paolo II. E’ l’abbreviazione della forma più completa dell’affidamento alla Madre di Dio che suona così: Totus Tuus ego sum et omnia mea Tua sunt. Accipio Te in mea omnia. Praeba mihi cor Tuum, Maria.
Ma come Giovanni Paolo II intendeva queste parole?
Tra tantissimi Suoi testi che racchiudono la risposta a questa domanda ho
scelto uno, particolare – forse più eloquente: il Testamento. Traducendolo alcuni giorni prima della scomparsa del
Santo Padre, non sono stato per niente sorpreso che cominciava così: “«Vegliate,
perché non sapete in quale giorno il
Signore vostro verrà» (cfr Mt 24,42) – queste parole mi ricordano l’ultima chiamata,
che avverrà nel momento in cui il Signore vorrà. […] Non so quando esso
verrà, ma come tutto, anche questo momento depongo nelle mani della Madre
del mio Maestro: Totus Tuus. Nelle stesse mani materne lascio tutto e Tutti
coloro con i quali mi ha collegato la mia vita e la mia
vocazione”. In questa introduzione, scritta nel 1979, depone tutto nelle
mani di Maria…
Ma arrivato con la traduzione all’anno 1980, ho notato un notevole sviluppo della sua teologia dell’affidamento. Giovanni Paolo II scriveva: “Desidero ancora una volta totalmente affidarmi alla grazia del Signore. […] Nella vita e nella morte Totus Tuus mediante l’Immacolata”. Qui Giovanni Paolo II si affida alla grazia del Signore – le parole Totus Tuus sono rivolte non più a Maria, ma al Signore – certo: mediante l’Immacolata. E due anni dopo, prosegue: “L’attentato alla mia vita, il 13.V.1981, in qualche modo ha confermato l’esattezza delle parole scritte nel periodo degli esercizi spirituali del 1980. Tanto più profondamente sento che mi trovo totalmente nelle Mani di Dio – e resto continuamente a disposizione del mio Signore, affidandomi a Lui nella Sua Immacolata Madre (Totus Tuus)”. Qui esprime il più profondo senso del suo motto: è un atto di affidamento a Dio – a Colui che è l’inizio e la fine di ogni vita umana, ma – quasi come a precisare – lo fa attraverso il filiale affidamento a Colei che con il suo “fiat” si è fatta modello di tutti coloro che si rendono totalmente disponibili all’opera salvifica di Dio.
Il Totus Tuus per Giovanni Paolo II rappresentava vivere nella semplicità del quotidiano nel totale abbandono a Cristo. E ciò non poteva passare se non attraverso Maria. Infatti è Lei, con il suo fiat, che ci accompagna, per mano, verso il suo Figlio.
C’è poi un altro episodio degno di nota. Un fatto che potrebbe essere letto come conferma del legame tra Giovanni Paolo II e la Madre di Cristo, fino alla fine dei Suoi giorni terreni. Non tutti forse conoscono questo fatto. L’ultimo atto pubblico che il Santo Padre ha compiuto – era mattina, nel giorno del suo passaggio alla casa del Padre – fu la benedizione delle nuove corone per l’effige della Madonna Nera al Santuario di Częstochowa e quella nella cappella polacca nella Basilica di San Pietro. Questo ci fa riflettere su quanto Maria e il suo figlio Karol fossero uniti.
E, allora, possano accompagnarci loro, questa sera, ad ascoltare queste sublimi note. La musica, il canto, possano portarci verso la contemplazione della bellezza di una vita, quella di Giovanni Paolo II, vissuta – da sempre – nel filiale affidamento a Maria e nella totale fedeltà al suo Figlio.
Don Paweł Ptasznik
Fot. G. Gałązka