Sanaya Roman nel suo famoso libro Vivendo con la gioia: la chiave per forza personale e trasformazione spirituale (Living with Joy: Keys to Personal Power and Spiritual Transformation) scrive che il nostro mondo sta passando una trasformazione grande come un’epoca dell’illuminazione del coscio: da paura, angoscia, preoccupazione, stress alla gioia, pace, amore, amicizia. Quando sopra un limite, ci sono tante manifestazioni nella nostra vita. Gesù parla lo stesso cambiamento: «è venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna». Un momento della trasformazione ci serve un processo di morire e risorgere. Questo processo infatti non è un processo di dolore, ma è un periodo di gioia. Perché se guarda il risultato, “molto frutto” ci fa gioire e danzare. Per questo, Sanaya diceva che l’opinione fissa sembra che la crescita ci vuole la sofferenza e lacrima, però la verità non è così. Anche nella crescita, possiamo godersi se crediamo che la caduta del chicco non è l’ultima parola. La nuova epoca umana è un’epoca della gioia e speranza. La speranza è una grande fiducia che porta il coraggio di lasciarsi morire. Come i subacquei credono che l’acqua possa portarli su, quindi osano saltare. L’universo è pieno d’amore e quest’amore anche manifesta nel vivente più piccole come quel chicco. Questo amore è incondizionato, perché ama il chicco non solo nel suo tempo della vita anche nel suo tempo della morta. Gesù mai lascia una morta senza frutto. C’è una poesia cinese antica, si dice “i petali sono caduti non è un fatto senza affetto, ma i caduti solo per diventare la terra e poi per custodire meglio il fiore intero” (落红不是无情物,化作春泥更护花). La croce non è il fine del mondo, come il nostro Santo Padre Giovanni Paolo II scriva: «non dietro a sé stesso con la croce del Salvatore, ma dietro al Salvatore con la propria croce»[1].
Tutti eventi nella nostra vita infatti sono per unico scopo: glorifica il nome di Padre. Se lasciamo liberamente e fiduciosamente, anche il Padre parlerà con noi come oggi parla con Gesù: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». Perciò, Gesù diceva che «questa voce non è venuta per me, ma per voi». Il creatore ci porta un universo così amichevole, dunque la vita è bella. Così ogni giorno possiamo pregare liberamente con totalmente fiducia da cuore perché «chiedi e ti sarà dato». La vita nel livello spirituale perde mai, anche la perdita ci ritorna prima o poi con qualche forma, come Rumi scriva: «Non piangere. Tutto ciò che viene perso, ritorna sotto un’altra forma». Seguiamo Rumi, anche noi possiamo cantare la sua poesia:
«Con passione prega.
Con passione fai l’amore
Con passione mangia e bevi, balla e gioca.
Perché devi sembrare un pesce morto in questo oceano di Dio?»
Allora,
«Il mondo è pieno di belle persone.
Se non riesci a trovarne una, diventane una».
La gloria di Dio è uomo vivente (san Ireneo). Coraggio, amici!
Sophia Lilin Wu – Studentessa del Pontificia Università Gregoriana, membro di Laycentre Comunità.
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[1] A. Riccardi, Giovanni Paolo II: la biografia, Milano 2011, 92.