La vita continua ad andare avanti inesorabilmente e siamo già alla II domenica di Pasqua, detta anche della Divina Misericordia. Ancora una volta contempliamo la Risurrezione che è indubbiamente un grande mistero, ma ci fa anche capire che tutto è possibile se credi. Entra così in gioco la fede, cammino difficile anche per il cristiano, ma è virtù e grazia grande che cresce in base alla nostra fedeltà. La fede inoltre è un cammino intimo, un’esperienza del tutto personale. Alcuni non hanno bisogno di segni esteriori, altri, come Tommaso, hanno bisogno di prove concrete ed ecco che a questi Gesù dice «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». E’ l’immagine della divina misericordia che viene incontro a ciascuno secondo le modalità del proprio modo di essere, Non bisogna dunque aver paura quando ci pare di non aver fede perché il Signore sempre ci sostiene e ci assiste in migliaia di modi a noi sconosciuti.
I Salmi ci dicono che Il Signore è buon pastore “nulla mi può mancar”. Il Signore è pieno di amore e di misericordia. Queste affermazioni sono preghiera, ma anche il credo che dobbiamo stampare nella nostra mente e nel nostro cuore. Dobbiamo sempre credere che nulla è impossibile a Dio. Il nostro desiderio e sogno saranno sempre realizzati se si prega con vera fede il Signore, Gesù Cristo, perché lui che era morto, oggi è veramente risorto, la sua grazia è immensa. Anche al giorno d’oggi possiamo vedere molte persone superare con la fede le difficoltà della vita: la guarigione dalla malattia, la risurrezione spirituale dopo un lungo periodo di durezza e di buio, il ritorno di una persona cara, la riunione di una famiglia separata, la riconciliazione con gli amici e il perdono dato e ricevuto da nemici, ecc. Bisogna guardare alle cose belle e le cose belle arriveranno. Se si guarda alla bellezza della Risurrezione anche la Passione apparirà sotto colori diversi. Senza la Risurrezione infatti la Passione non è compiuta. Così senza una gioia da condividere un dolore, che rimane tale, è sterile. E’ la Resurrezione che trasforma la stessa Passione in motivo di glorificazione e ringraziamento, come dimostra l’Apostolo Paolo.
Così, ad esempio, una donna, dopo aver passato un periodo durissimo per la separazione della sua famiglia, quando il marito torna a casa, in seguito alla sua sincera e fiduciosa preghiera, lei potrà condividere tanta gioia con gli altri e glorificare e ringraziare la misericordia del Signore. Il periodo di pianto e di attesa dà ora maggior risalto alla gioia.
L’efficacia della preghiera dipende dalla fiducia riposta in essa, senza preoccuparsi del quando o del come essa si attuerà, limitandosi a chiedere al Signore che ci aiuti ad realizzare il nostro desiderio che nasce da un cuore credente che si fida e si affida a Lui. In tal modo sarà Dio a preoccuparsi e non noi, Egli che è Onnipotente provvederà al nostro posto, la scelta giusta è sempre quella di rivolgersi a Lui che ha innumerevoli modi e il potere di aiutarci.
Nostra è l’attesa, di Dio la realizzazione. Con questo spirito la nostra vita diverrà un’unica, gioiosa e fiduciosa preghiera.
Come diceva Morrnah Nalamaku Simeona, «Dentro di te c’è l’essenza della creazione, la chiave che ti permette di essere sintonizzato con tutta la vita, con ogni atomo e molecola della creazione. Con questa chiave tu puoi scegliere di creare pace, comprensione, amore e abbondanza, prima per te stesso, secondo per la tua famiglia e, terzo, per la società e per l’Universo. È solo attraverso questa chiave che sarai in grado di vivere in pace, con rispetto, umiltà e nello spirito dell’amore…»[1].
Sophia Lilin Wu – studentessa di Teologia presso la Gregoriana, membro della Laycentre Comunità
[1] Morrnah Nalamaku Simeona e altri, Saggezza in Gocce di Rugiada, traduzione di Flavia Cavallaro e Nello Ceccon, Verona 2018, 7.