Il 40° anniversario dell’attentato a Giovanni Paolo II è occasione per ricordare il drammatico evento che fece trattenere il respiro al mondo intero. Quasi tutti infatti – indipendentemente dalla religione – parvero fermarsi in attesa di notizie sulla sua salute. Il pontificato del Papa polacco sarebbe potuto finire in quel momento, dopo 2,5 anni dalla sua elezione, ma Dio ha voluto diversamente… Giovanni Paolo II era nelle mani di Dio.
La fede profonda diede al Papa, proprio mentre veniva portato in ospedale, subito dopo essere stato colpito, “la sensazione che sarebbe sopravvissuto” così come egli stesso ha confessato successivamente.
“… soffriva ma aveva tanta fiducia”. È stato forse quello il momento che più di ogni altro ha confermato il motto del suo pontificato: “Non abbiate paura, aprite la porta a Cristo”, non uno slogan, ma una convinzione profonda scaturita dalla fede.
Le testimonianze dell’avvenimento sono contenute principalmente in tre pubblicazioni. Il testimone principale è la persona del segretario papale, padre Stanislaw Dziwisz, ma i testi contengono anche le dichiarazioni dello stesso Giovanni Paolo II e dei medici che lo accolsero e curarono.
Nell’autunno del 1981, circa un anno dopo l’attento, fu pubblicato un libro intitolato “Non abbiate paura” di Andrè Frossard, nel quale è riportata l’intervista dell’autore a Giovanni Paolo II. Nel capitolo “Attentato” ritroviamo la descrizione dell’evento nella narrazione dei pellegrini, di padre Dziwisz e dei medici che, in ospedale, salvarono la vita del Santo Padre. Lo scrittore riporta molto discretamente le dichiarazioni dei testimoni, ma soprattutto riflette sul dramma dell’evento. In questo modo la descrizione di Frossard acquista un significato speciale innanzitutto perché è stata scritta per prima e poi perché si basa su testimonianze raccolte nei primi mesi successivi all’attentato sulla base di interviste a testimoni oculari.
Negli anni ’90 del secolo scorso i filosofi Rev. Józef Tischner e Krzysztof Michalski hanno avuto conversazioni con Giovanni Paolo II. Una delle conversazioni, con la partecipazione di padre Stanislaw Dziwisz, riguardava l’attentato del 13 maggio 1981. La registrazione di quella conversazione è molto importante per le dichiarazioni del Papa e il suo riferimento agli incontri con Ali Agca, sua madre e la sua famiglia, così come al segreto di Fatima. Bisogna sottolineare che questo testo è stato pubblicato qualche anno dopo nel libro “Memoria e identità. Conversazioni a cavallo del millennio” nel 2005.
In occasione del 20° anniversario dell’attentato e del dottorato onorario del vescovo Stanislaw Dziwisz all’Università Cattolica di Lublino (13 maggio 2001), il neolaureato ha tenuto un discorso in cui ha riparlato dettagliatamente del drammatico evento di molti anni fa. La sua “lectio” è stata poi pubblicata in un piccolo libro commemorativo in polacco.
Queste tre pubblicazioni formano un insieme. È importante ricordare la cronologia della loro creazione. Il primo è il racconto di un giornalista e nei due successivi appaiono, oltre a fatti e ricordi, anche riflessioni sul significato storico e teologico dell’attentato alla vita di Giovanni Paolo II.
P. Andrzej Dobrzyński
Fot. SFR