Spesso siamo assaliti dalla sensazione che manchi qualcosa: prima degli esami ci sembri manchi il tempo, prima del parto paiono mancarci le forze, prima di un viaggio riteniamo che manchino soldi sufficienti, ecc. Una tale sensazione ci da un senso di limite e ci provoca angoscia e paura. Una situazione simile è vissuta dagli apostoli nel Vangelo di oggi, davanti alla domanda di Gesù: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?» (Gv. 6,7), Filippo risponde: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo» (Gv. 7,7). Ed ecco che Filippo prova quel senso di mancanza, di insufficienza di cui abbiamo parlato.
Un tale atteggiamento è lontano dalla fede che sempre crede nell’abbondanza che Dio ci dona. La persona di fede invece sa che, anche una vita piena di miseria e di problemi, può diventare luogo di miracolo e di abbondanza.
Nella lingua cinese, c’è un termine per dire “crisi”, che si chiama “危机” e che vuole dire “un’opportunità di crisi”. Gli antichi cinesi ritenevano infatti che dove c’è crisi c’è opportunità. Dunque, per dire “crisi”, loro usano semplicemente il termine “opportunità della crisi”. Per questo motivo, dopo la pandemia, tanti cinesi hanno iniziato a creare nuove occasioni di guadagno, come ad esempio sfruttare pienamente i nuovi canali di informazione e diffusione per farsi pubblicità. Così molti che prima guadagnavano veramente poco, ora guadagnano molto di più.
La persona con una fede autentica vede sempre l’aspetto positivo anche durante una situazione difficile, com’è il caso di Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli infatti dice: «c’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci» (Gv 6,9) scoprendo in quel ragazzo un segno di speranza, un’occasione perché Dio mostri la sua potenza. Andrea sa che la grazia è sempre sufficiente e sempre ha più di una soluzione per venire incontro alle difficoltà degli uomini. Gesù allora comanda «Fateli sedere» (Gv 6,10) e «prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano» (Gv 6,10).
La fiducia, la speranza, la gratitudine sono i segreti perché ogni situazione si capovolga, ogni problema si risolvi, ogni difficoltà si appiani. Come una pianta ha bisogno di acqua per vivere, così l’anima ha bisogno di sapere e credere nella grazia di Dio, ha bisogno perennemente di speranza, ha necessità di ringraziare in ogni momento ed in ogni luogo, così da poter cantare fiduciosamente e fermamente «Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla» (Sal. 23.1).
Molti sono i santi premiati con l’abbondanza proprio quando pareva che mancasse anche il necessario. La loro vita però testimonia che mai essi si sono lamentati, preoccupati, ma ogni situazione è stata affrontata ringraziando Dio, pensando a tutto il bene ricevuto e manifestando la propria fiducia ed obbedienza alla sua volontà. Pensiamo ad esempio a Madre Speranza di Collevalenza che, fiduciosa nell’amore misericordioso del Signore, non fu mai priva di cibo e soldi per le sue opere di carità, avvenne anzi che in un periodo di particolare difficoltà, le consorelle si accorsero che, nonostante l’abbondante distribuzione di cibo, le provviste della dispensa non diminuivano. La fede incrollabile, che non viene mai meno anche quando ogni problema sembra non aver nessun tipo di soluzione è quella che arriva al cuore di Dio. E Dio provvede!
Avvertire con preoccupazione la mancanza di tempo, di soldi, di amici, la mancanza di lavoro … manifesta una mancanza di fede, significa cioè dubitare che sempre Dio ci venga in aiuto. Invece, la persona fiduciosa vede ovunque l’abbondanza e rende grazie di tutto quello che ha, secondo quanto Gesù disse «infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha» (Mt. 13,12).
Sophia Lilin Wu
Fot. Mathilda Khoo Nso Zio/Unsplash.com