Spesso quando siamo nell’abbondanza dimentichiamo di chiederci: «Da dove viene tutto questo?». Non fermiamoci alla ovvia risposta che tutto viene dai negozi, dai soldi, dalle nostre mani, ecc. Sarebbe un errore simile a quello che commisero anche gli Ebrei nel deserto, essi pensavano infatti che fosse Mosè a dar loro il pane dal cielo.
Nell’abbondanza noi tendiamo a dimenticare Dio e la sua Provvidenza, interessati solamente ai beni terreni ed immediati, così la gente che Gesù sfama lo segue non per quello che Egli è, ma per il cibo che ha dato loro. Il vangelo ci dice sottovoce che è necessario andare sempre alla fonte di ogni bene che è Dio, e solo Lui il datore di ogni bene. Anche i grandi filosofi e religiosi orientali raccomandano di sostare e riflettere per raggiungere una crescita spirituale che porta alla serenità interiore e apre le porte della felicità. Tra questi Confucio diceva che: «si deve esaminare se stessi tre volte ogni giorno» (“吾日三省吾身”—《论语·学而).
Negli anni scorsi non riuscivo mai a capire perché Gesù raccomandava: «cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta» (Mt 6,33). Dopo la mia conversione però ho capito che Gesù intendeva liberarci dall’assillo delle cose materiali, per esse infatti non bisogna preoccuparsi, se custodiamo nel cuore e nella mente il regno di Dio e viviamo santamente e sanamente, tutte queste cose prima o poi ci arrivano.
Un grande esempio ci viene dalla vita e dalla spiritualità di M. Teresa di Calcutta. Ella è chiamata così dalla città in cui visse ed operò fra i più poveri senza mezzi né ricchezze. Calcutta era una città simile al deserto, con pochissime risorse, eppure in quel deserto Madre Teresa riusciva ad ottenere tutto ciò che voleva. Perché ciò che ella voleva non era per il suo benessere, ma per la gloria di Dio e Dio provvedeva in maniera imprevista dandole tutto ciò che le serviva per alleviare miseria e sofferenze.
La nostra preoccupazione in effetti limita la provvidenza e la potenza di Dio, per questo Gesù invita gli ebrei a guardare oltre la persona di Mosè ed elevare lo sguardo a Dio. Come per il passato ancora oggi e sempre Dio ci darà un Pane dal cielo, un Pane incorruttibile che è caparra del Regno dei cieli, che ci sostiene nel cammino della vita che ci accompagna verso l’eternità. Gesù infatti disse loro: «Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo» (Gv 6,27).
Pur volendo affidarci a Dio, spesso però ci sembra che le nostre preghiere siano inascoltate e ci chiediamo sfiduciati: «la preghiera funziona o no?».
Dalla Scrittura ci viene la risposta che si, certamente funziona, ma se ciò è vero, viene da chiedersi perché non tutte le nostre preghiere vengono esaudite. Le ragioni possono essere molteplici e dipendono forse dalla nostra disposizione interiore, dalla fede con la quale eleviamo le nostre preghiere, da ciò che chiediamo e se questo, agli occhi di Dio, è un bene o è un male per noi.
Un esempio chiaro è la preghiera di Anna (madre di Samuele). Ella chiede un figlio maschio, da consacrare al Signore. Un giorno, il sacerdote Eli le disse: «Va’ in pace e che Dio d’Israele esaudisca la tua richiesta» (1Sam 1, 17), ella fiduciosa tornò a casa, mangiò e bevve con il marito ed era piena di speranza. Poco dopo Anna rimase incinta e partorì un figlio. La preghiera è una rivelazione di fiducia e quando si prega così si è pieni di gioia, perciò quando pregano i cristiani dovrebbero sentirsi pieni di vitalità ed energia. Se Gesù una volta ha dato i pani, darà anche a noi il pane quotidiano che è cibo materiale e spirituale, che è la sua Parola , che è il suo Corpo spezzato per noi. Perciò non dobbiamo avere né fretta, né paura, ma ritenere la nostra preghiera già esaudita. Se abbiamo fede Dio manifesterà la sua potenza come già ha fatto quel giorno.
Come Paulo Coelho diceva:
«Il guerriero della luce crede. Proprio come credono i bambini.
Poiché crede nei miracoli, i miracoli cominciano ad accadere.
Poiché ha la certezza che il proprio pensiero possa cambiargli la vita, la sua vita comincia a cambiare».
Sophia Lilin Wu
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