Giovanni Paolo II sottolineò più volte di aver letto le poesie di Jan Twardowski. A unire i due sacerdoti-poeti non fu una superficiale conoscenza ma anche un profondo rispetto e cortesia, che si manifestarono in varie occasioni. Oltre alla corrispondenza epistolare Jan Twardowski dedicò alcune poesie a Giovanni Paolo II. Si incontrarono per la prima volta nel 1946 a Varsavia grazie al loro amico comune Wojciech Żukrowski; questi, spostatosi da Cracovia a Varsavia con Karol Wojtyła, andò a trovare i suoi compagni di scuola media presso il seminario religioso. Twardowski ricordava di aver partecipato alla santa Messa celebrata dal futuro papa presso la cappella del Seminario.
Successivamente i loro incontri si fecero più sporadici, si rividero, però, in occasione del raduno degli scrittori cattolici a Częstochowa, svoltosi dopo la liberazione del primate di Polonia (vi si recarono assieme in macchina da Varsavia a Jasna Góra) o durante gli incontri dei professori di teologia che tenevano lezioni in polacco durante i seminari spirituali. In passato il cardinale Karol Wojtyła aveva celebrato un matrimonio presso la chiesa della Visitazione in presenza del rettore, fatto immortalato in una bellissima fotografia.
Le cose cambiarono dopo l’elezione dell’arcivescovo di Cracovia a papa della Chiesa Universale. Il poeta, che in una delle sue precedenti poesie pregava
‘’di non diventare una persona così degna di lode / a cui tengono l’ombrello / che viene inviato a Roma…”, non si era mai recato nella Città Eterna. Gli rimasero pertanto dei brevi e cordiali incontri durante le visite papali in Polonia, alcune lettere di carattere privato e una fotografia a colori del poeta “sorridente” con il Santo Padre ad opera di Arturo Mari. Già nel 1979, in occasione del primo pellegrinaggio del Santo Padre in Polonia, Twardowski gli dedicò un testo di benvenuto pronunciato da alcuni bambini:
Ti saluta ogni bambino stupito
e ogni bimba sorpresa
che Gesù stesso dritto a Varsavia
con Te giunge a noi
Il ricordo della catechesi
San Pietro con due chiavi
e la Madonna che ama
parlare in polacco con noi
Santa Edwige, santo Stanislao
e tutti i santi polacchi
di certo si aggirano in quest’aeroporto
commossi dal Tuo arrivo
A destra e a sinistra
in un bagno di folla, dove milioni di cuori
lo Zaccheo polacco comincerà a salire
Sull’albero per vederti
Ti saluta la Polonia, la nostra Patria
la terra che ci è cara
e tutte le persone che con Te
oggi pregano Dio.
Successivamente le poesie non furono più legate a una determinata occasione ma divennero quasi un’unica stupenda lirica dedicata al Santo Padre. Dall’elezione al trono di Pietro furono numerosi i versi da cui si evinceva l’amore dei connazionali verso Giovanni Paolo II, tanto che vennero raccolti in un’antologia. Tuttavia il fervore andava raramente a braccetto con la sfera artistica, ma La breve lirica intitolata Giovanni Paolo II riuscì a commuovere proprio tutti:
C’è tanto in Te
i nostri occhi polacchi
la fede della madre il sorriso della sofferenza
e un semplice campanello fuori moda
così intralciato perché sveglia le coscienze
Risulta difficile esprimere un numero maggiore di concetti in così poche parole…
Dopo il 1989, ovvero da quando i libri delle poesie di Twardowski potevano essere pubblicati senza l’ostilità della censura, alcuni iniziarono ad arrivare nelle mani del papa ed Egli rispondeva sempre con molto affetto:
Egregio Padre Jan – scriveva dopo aver ricevuto alcune poesie. – Vorrei ringraziarla per il libro di poesie “Rwane prosto z krzaka”. Leggo 10 pagine al giorno. Fin dal titolo si intuisce l’uniformità dell’opera. Si può facilmente dedurre che si tratta della poesia di Twardowski. Solo Lui possiede questo particolare stile e grazie alla sua poesia sa avvicinare le persone a Dio. In occasione delle festività pasquali le trasmetto i miei più cordiali auguri nella speranza che Padre Jan possa ancora annunciare agli uomini del nostro tempo la verità di Cristo crocifisso e risorto. Giovanni Paolo II
Non ci rimane che rammaricarci per il fatto che il poeta, abbagliato dalla cortesia del Santo Padre, non abbia mai voluto rendere pubblico questo scambio di opinioni. Un servizio televisivo ci racconta per esempio che durante un incontro con alcuni personaggi del mondo della cultura presso il Teatro Grande, passando tra il pubblico, Giovanni Paolo II si fermò innanzi a Don Twardowski e scambiò con lui quattro chiacchiere.
Ebbi così la fortuna di conoscere la storia della più incredibile poesia del sacerdote-poeta e la risposta del Santo Padre. Si avvicinava il ventesimo anniversario del pontificato di Giovanni Paolo II. Durante una visita di Twardowski sentii proferire le seguenti parole: Guarda cosa sono riuscito a scrivere… e mi diede il manufatto. La poesia si ispirava a un’idea fuori dal comune – già dal titolo si intuiva che l’autore non faceva riferimento all’anniversario del pontificato, ma al… compleanno. La lirica distaccata non si avvicinava minimamente al patos della circostanza:
Felice Anniversario
solo l’angelo l’avrebbe indovinato
come la neve sacra sorridente
caduta nei Tatra polacchi
Il tempo passa come bufera
il mondo sempre nelle mani di Dio
e Lui – così giovane
ha compiuto i 20 anni
Il testo arrivò nelle mani del papa il quale, visibilmente commosso, rispose con una lettera personale, sottolineando l’importanza delle parole del poeta:
Caro Padre,
grazie mille per aver pensato a me nel giorno del mio ventesimo compleanno e per il libro “Kubek z jednym uchem”. È proprio vero, il tempo passa come una tempesta, e non solo nel senso che finisce all’improvviso. Gli anni della nostra generazione sono stati anni tempestosi. Tuttavia la Divina Provvidenza ci ha permesso di intravedere il sole anche tra i nuvoloni più oscuri, e con la fine della tempesta si apprezza ancora di più la bellezza del cielo. Forse proprio in ciò risiede il segreto della giovinezza che, benché baciata dalla grazia, assume la forma dei vent’anni, oppure di quel ragazzo con la bocca spalancata per il quale “se tutta la Chiesa dovesse crollare, a Dio si dice sempre di sì”.
Grazie Dio per la grazia di questi anni e per la giovinezza. Che sia sempre con noi e non ci abbandoni. Che lo Spirito Santo sia sempre fonte di ispirazione per l’annuncio del Vangelo a cuore aperto e con l’arte poetica.
Con la mia benedizione
Giovanni Paolo II
Il successore di San Pietro rispose praticamente a ogni poesia dedicatagli con uno stile particolarmente diretto e ricco di riflessioni personali. Da notare in particolare il frequente riferimento all’espressione “così giovane”:
“Forse proprio in questo risiede il segreto della giovinezza che, benché baciata dalla grazia, assume la forma dei vent’anni …”, “Grazie Dio per la grazia di questi anni e per la giovinezza. Che sia sempre con noi e non ci abbandoni”.
Marek Skwarnicki ci fa notare che durante il suo soggiorno in Vaticano, prima della pubblicazione del Trittico romano, l’allora segretario del papa, il vescovo Stanisław Dziwisz, raccolse informazioni sulla possibile visita di Twardowski in Vaticano ospite di Giovanni Paolo II.
È un peccato che gli incontri avvenuti tra due personaggi così eccezionali, degni rappresentanti della Chiesa e della cultura polacca, religiosi e poeti, che hanno ricevuto in dono dal Creatore così numerosi talenti e uno straordinario carisma, non siano stati oggetto finora di un sistematico resoconto.
Waldemar Smaszcz
Poesie – da don Tadeusz Dolecki