In ogni occasione la sapienza ci indica cosa è bene fare e cosa non fare, essa guida le nostre scelte e i nostri rapporti. Un esempio ci viene dal Vangelo di oggi. I discepoli, Giovanni in particolare, riferiscono a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non era dei nostri». La risposta di Gesù è «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi». L’episodio è ancora attuale perché contiene un grande insegnamento che Gesù spiega con le sue successive parole: «chi non è contro di noi è per noi».
Esse abbattono il limite personale entro il quale ci chiudono i pregiudizi, la paura e i dubbi e che influenzano negativamente i nostri rapporti interpersonali e ci aprono ad una diversa visione dell’altro. Ad esempio, dopo aver superato l’esame per l’insegnamento della lingua cinese, mi sono chiesta come sarebbe stato affrontare una cultura tanto diversa dalla mia, come sarebbe stato vivere in un paese per me straniero. Indubbiamente all’inizio è facile cadere nella nostalgia perché si vive da soli ed i vicini sono ancora degli sconosciuti. Ci tornano in mente le parole di Gesù «chi non è contro di noi è per noi», si supera allora la paura dell’altro che non è più un nemico da affrontare, ma un fratello da incontrare, da conoscere, da ringraziare perché ci accoglie nella sua terra e ci permette di insegnare liberamente la sua lingua diventata ora anche un po’ nostra
Chissà, forse dopo anche lui ci ringrazierà e stabilirà con noi un rapporto di conoscenza. E’ ciò che vivono i missionari quando arrivano in una nuova terra. All’inizio c’è la solitudine, ma se il popolo non è “contro” prima o poi si stabilirà un rapporto di comprensione e di amicizia. Come avvenne a P. Alberto Caccaro, missionario di PIME che nei suoi primi periodi in Cambogia visse in completa solitudine. Non c’erano cristiani, mancava la chiesa ed era privo degli attuali mezzi di comunicazioni quali cellulari, computer ecc. Non gli restò che imparare giorno per giorno la lingua locale e pian piano conoscere i luoghi e la gente. Passarono così i primi dieci anni durante i quali imparò la lingua e aprì una scuola per ragazzi. I buddisti cambogiani, si abituarono alla sua presenza e lo accolsero fra di loro, fino a quando anche il governo cambogiano, riconoscendo i suoi meriti, lo ha premiato per aver contribuito allo sviluppo della Cambogia. P. Alberto ha scritto anche dei libri intitolando il primo: «Cento specie di amori», frase tratta da un insegnamento di Buddha che diceva «Chi ha cento specie di amori, ha cento specie di dolori. Chi ha novanta specie d’amori, ha novanta specie di dolori»[1]. Ecco allora realizzate le parole di Gesù: «chi non è contro di noi è per noi» ed i tuoi vicini, all’inizio sconosciuti, pian piano diventeranno tuoi amici.
Le parole di Gesù ci hanno detto finora che la nostra prima scelta deve essere quella di avvicinarci all’altro senza preconcetti, ma con fiducia, ora Egli continua dicendo che esiste una scelta più dura e radicale che è misura della nostra fede e della nostra volontà di seguirlo ovunque e comunque: «Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile». Parole che sono come un grido di allarme che ci inducono a fare attenzione: quelli che ci circondano sono a volte fragili come bambini e i nostri comportamenti, le nostre parole, le nostre azioni possono indurli in errore, possono scandalizzarli. Il cristiano è dunque chiamato ad avere massima attenzione per gli altri e ad essere sensibile per le altrui necessità e fragilità.
Tagliare la propria mano è difficile, ma se quella mano è motivo di scandalo per gli altri è necessario trovare la forza di eliminarla, ne va della nostra vita eterna. Così anche se gli affetti che nutriamo per alcune persone sono un ostacolo, bisogna trovare la forza di eliminarli dal nostro cuore.
Un uomo sa, ascoltando la propria coscienza, cosa è giusto fare. Le parole del Vangelo guidano ogni uomo e lo rendono capace di sapere quando è necessario accettare o rifiutare cose, persone, affari ecc.
Possono aiutare in questo discernimento gli “Esercizi spirituali” di Sant’Ignazio di Loyola.
«Se il nemico mi presenta la giustizia, io immediatamente richiamo la misericordia; se egli la misericordia, io al contrario la giustizia» (Lettere di Sant’Ignazio di Loyola, Parigi, giugno 1532).
Sophia Lilin Wu
[1] Hermann Oldenberg, Buddha: sei Lebe, seine Lehre, seine Gemeinde, Goldmann, München 1961, p. 173; traduzione italiana: Buddha, Milano 1952.