La scorsa domenica, abbiamo imparato dall’evangelo che amare il Signore coinvolge tutta la persona: con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Questa domenica, la liturgia ci dà un esempio vivo: una povera vedova che, quando vi gettò le sue due monetine, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere. Lei dimostra così di amare il Signore con tutta la sua persona, cosa che è evidentemente contrario agli altri: come gli scribi, i tanti ricchi che ne gettavano molte, ma era soltanto una parte del loro superfluo. Dunque, attraverso questa storia, il Signore vuole comunicarci che nella nostra vita, ci sono tanti test per sapere se siamo sulla stessa linea del comandamento di Dio: uno tra questi test è appunto la ricchezza.
Se ci domandiamo: tra i ricchi e quella povera vedova, chi è più ricco? Magari, il 99% risponderanno: ovviamente, le persone che hanno molti beni, sono più ricche di questa vedova. Ed effettivamente, loro possono donare tanti soldi, mentre questa vedova può solo offrire due monetine. Tuttavia, nella nostra vita quotidiana, la ricchezza non dipende dai soldi. Ci sono molte persone che hanno tanti soldi, ma i soldi non riescono soddisfare i loro bisogni; pertanto non sono ricche, perché non hanno la felicità. Ad esempio, il pastore Sunday Adelaja racconta una storia nel suo famoso libro I Soldi non Ti renderanno Ricco (Money won’t make you Rich). C’era una donna in Ucraina a cui piaceva molto fare la spesa. Quando passava davanti un negozio, lei entrava e comprava: vestiti, gioielli, profumi, cibi, ecc., senza eccezione. Per questo motivo, suo marito non potendo sostenere tutte quelle spese, la lasciò. Allora lei si risposò, ma con il suo secondo marito, finì allo stesso modo. Fino a quando non incontrò il suo terzo marito, che era un milionario. Così, ora questa donna poteva fare la spesa a Parigi, Londra. Tuttavia, anche se aveva a disposizione moltissimi soldi, la sua vita non diventava più felice, e cadeva nelle continue insoddisfazioni. Perché gli oggetti non possono riempire il vuoto del cuore, che solo il Signore può colmare. Perciò, la povera vedova si rivela essere la più ricca di tutti gli altri. Lei, con le sue due monetine, gioisce in se stessa, come il Signore gioisce per essa. Lei ha fiducia che anche se in quel momento ha donato tutto quello che ha per vivere, il Signore, con la Sua bontà e il suo amore, sicuramente si prenderà cura della sua vita in avvenire. Invece, tutti gli altri anche se hanno sufficienti soldi nelle proprie tasche, si trovano nella necessita di usare tutti soldi per cercare la felicità che ha trovato la povera vedova. Senza una donazione totale, senza una liberazione assoluta. Perché chi ama di più, gioisce di più.
Infatti, questa storia corrisponde perfettamente alla parabola dei talenti. Quando arriva un’occasione, dobbiamo sempre coinvolgere tutta la nostra persona: l’anima, intelligenza, forza, mente, cuore, ecc., perché in tutto questo è la richiesta del Signore. Quando il Signore ci dà un talento, dobbiamo investirlo per farlo fruttare il doppio o di più. L’essenza della ricchezza è simile a una corrente, come per l’acqua: è più fresca quando è in movimento invece, se la chiudi in una bottiglia, dopo del tempo, l’acqua prende cattivo odore. La povera vedova ha donato le sue due monetine, come un servo fedele che guadagna di più con i soldi che il Signore gli ha donato.
I soldi sono utili, ma diventano un cattivo padrone. Gli scribi e gli altri ricchi sono nella preoccupazione a causa dei soldi, così diventano schiavi dei soldi. Però, la vedova povera, liberandosi dalla potenza del denaro, diventa un vero “padrone finanziario”. È vero che i soldi non ci renderanno ricchi, ma la vera ricchezza interiore e spirituale ci arricchirà prima o poi. Infatti, i cristiani dovrebbero essere più ricchi in questo mondo, perché i cristiani sono liberi dal denaro, perciò è più facile ricevere e gestire le ricchezze. Tutti le monete vengono dal Signore, solo la persona più fedele e pronta ad amministrarle bene, è degna di riceverle.
«Come afflitti, ma sempre lieti; come poveri, ma capaci di arricchire molti; come gente che non ha nulla e invece possediamo tutto!» 2 Cor 6:10. «Perché, dov’è il tuo tesor, là sarà anche il tuo cuore». Mt 6, 21)
Sophia Lilin Wu – studentessa della Pontifica Università Gregoriana
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