«In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo» (Mc 13: 24-27). L’immagine del Vangelo di questa domenica è molto forte, mostra un fenomeno che richiama la fine del mondo. Nonostante tutto oscuro, però la bella novità è che «il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria» (Mc13:26). Tutto ciò corrisponde perfettamente con il paragrafo seguente: «il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno» (Mc 13:31). Dunque, anche se ogni tanto sembra tutto buio, il Figlio dell’uomo sarà sempre presente. Il Figlio dell’uomo è più grande del sole, e della luna. Lui è il Signore di tutto e la fonte vera e originaria dell’Universo.
L’esperienza umana in questo mondo è un cambiamento: la stagione, il tempo, l’ambiente, amici, età, lavori, luoghi, ecc. La domanda è dietro tutti quei cambiamenti, qual è la finalità e quale rimane? Molti ritenevano che la fine del mondo fosse il 2012 Prima dell’anno 2012, però il 2012 è passato, siamo ancora in questo mondo. L’inizio della pandemia, pensiamo ecco questo è il segno del fine del mondo. Però, con tutta la forza, siamo riusciti di convivere con covid-19 e quasi tutto ritorna alla normalità. Quando ero piccola, tutti dicevano che l’esame della Maturità segnerebbe tutta la vita, e solo coloro che passano questa esame bene possono avere un buon futuro. Tuttavia, anni dopo, ho scoperto che anche coloro che non passavano bene la Maturità prima, oggi vivono bene. È vero che il tempo escatologico è un mistero: quindi non è qua o lì. Però, siamo sicuri che c’è un momento in cui questo mondo passerà. Per questo motivo, è opportuno fare attenzione ed essere prudente, come gli agricoltori sono veglie sulla terra. «Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte». Jürgen Moltmann, teologo tedesco, ha dato un esempio per spiegare il significato profondo dell’escatologia: «quando sappiamo che un amico arriva alla casa per una vista alla 16, di solito, prepariamo dalla mattina e sembra che Lui sia già arrivato».
Il nostro vissuto nel tempo escatologico è un tempo d’attesa, ma anche un tempo di essere già tutti pronti. C’è un proverbio cinese che dice «la partenza è alla base della destinazione» (以终为始). C’è una storia che racconta un dialogo tra una persona e un giardiniere. La persona domanda che quale porta è un’uscita. Il giardiniere risponde che dipende dove deve andare. La persona risponde che qualsiasi luogo va bene. Allora il giardiniere aggiunge che qualsiasi porta può andare bene. La famosa lezione sulla felicità dall’ Università di Harvard dice che per avere una vera felicità, ci serve uno scopo. La vita necessità di una destinazione, così possiamo andare avanti. Pertanto, la felicità dei cristiani è il ritorno del figlio di Dio. Dunque, i cristiani possono partire dal questo giorno e vivono come il figlio di Dio è già ritornato. Come la famosa frase di Louis Pasteur (1822-1895), chimico e microbiologico francese, diceva che «la fortuna favorisce la mente preparata». Chi è preparato può condividere la gioia straordinaria nel fine del mondo.
La bella notizia è che Dio è la fonte vera e originaria dell’universo, quindi per altri la fine del mondo è un disastro, ma per i cristiani, la fine del mondo è una festa. L’imperatore cinese KangXi (Xuanje, 1654-1722), dopo aver letto il catechismo di p. Matteo Ricci, scrisse una calligrafia per una Chiesa di Pechino. Questa calligrafia è «万有真原» (la fonte vera e originaria dell’universo). La fede cristiana è una gioia, che può commuovere la persona non-cristiani, perché Dio è tutto e tutto in Dio. Quindi non dobbiamo avere paura della pioggia, tempesta, come Mosè non ha avuto paura del mare rosso.
Il cristianismo è una realtà. Dio è incarnato nella storia e nella storia con noi. Quindi lo sguardo di al di là trasforma la realtà di qui ed ora: «Guardare il tempo come storia è possibile solo se già si è ospitati dalla prospettiva escatologica, dove il primato del fine sulla fine irradia sul tempo la figura del senso. Alla fine si adempie ciò che all’inizio era stato voluto» – Umberto Galimberti, Gli equivoci dell’anima, 1987
Sophia Lilin Wu – studentessa della Pontificià Università Gregoriana