Siamo finalmente giunti a festeggiare il lieto evento del Santo Natale del Signore Gesù.
La nascita di un bambino, è sempre motivo di gioia, per i genitori, i nonni, gli amici… dopo nove mesi di attesa, entra nel mondo, nasce una nuova vita, che ci interpella, diventa una presenza con cui dobbiamo confrontarci, spenderci, donarci…
Così è stato anche per la santa famiglia di Nazareth: Dio ha concesso loro la gioia di concepire, far nascere… vedere, ascoltare… prendersi cura del Figlio di Dio, quel Dio che molti re vollero vedere, ma non videro, ascoltare e non lo ascoltarono, ora è affidato alle loro attenzioni… e anche per loro non è stato facile, la fuga in Egitto per sfuggire da Erode, capire quel figlio, come durante la ricerca nel tempio “non sapete che devo occuparmi delle cose del Padre mio” di fronte all’enigma di una tale risposta, Maria fa la cosa giusta “meditare e conservare queste cose nel suo cuore”
Se da un lato il tempo della festa, con le luci natalizie, l’atmosfera, ci danno un clima di serenità e di speranza, dobbiamo ammettere che accogliere il Natale, Gesù “che viene ad abitare in mezzo a noi”, sono certamente espressioni con la loro verità di fede, ma accogliere questo incontro con il il Dio-con-noi, non è così semplice e scontato.
Perché come abbiamo letto, Il versetto del vangelo ci dice “venite tutti ad adorare il Signore” Dio ci invita a questo incontro. Ma non toglie la nostra libertà, non costringe a riconoscere in quel bambino suo Figlio mandato per noi; Dio è amore, che si offre e si dona gratuitamente all’uomo. E qui possiamo cogliere tutta la responsabilità e le conseguenze delle nostre scelte; La luce viene nel mondo, ma i suoi non l’hanno accolta. Il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Per non trovarci anche noi in questa situazione, abbiamo avuto 4 settimane, le 4 domeniche di Avvento per prepararci gradualmente a questo incontro, ad accogliere qualcuno che irrompe nella nostra vita e vuole scuoterci dal torpore che ci fa pensare che tutto vada bene così com’è. Ma come abbiamo ascoltato nel Vangelo, Dopo Giovanni che ha preparato la strada, è venuta la luce vera, per illuminare ogni uomo, per dare una speranza all’umanità, a consolare e riscattare il suo popolo e noi, che abbiamo accolto la buona novella del Vangelo, “ha dato il potere di diventare Figli di Dio”, non dobbiamo dimenticare tutto l’amore di Dio che ha mandato il suo Figlio per noi, ravvivando di anno in anno questa Natività, che è sempre nuova fonte di gioia.
Se ci domandassimo: cosa vul dire per noi vivere il Natale oggi? E’ sufficiente fare il presepe, l’albero a casa, per creare l’atmosfera, oppure venire a messa oggi? Ma soprattutto, chi accolgo nella mia vita? Certamente se siamo qui, è perché, vogliamo Gesù, partecipare all’eucaristia dove è realmente presente per riceverlo nel nostro cuore, ma quel Dio che è nato e vissuto sulle terra circa 2000 anni fa, oggi continua ad essere presente nei nostri fratelli.
Come Dio, ha scelto nella sua sapienza questa strada facendosi piccolo, spogliandosi della sua gloria per farsi povero, ultimo, servo, così lo possiamo accogliere solamente se entriamo in questa mentalità, ovvero se anche noi di fronte a questo mistero che ci supera, ci facciamo piccoli, lo accogliamo nell’umiltà di cuore, nella gioia, nel silenzio dello stupore, nella gratitudine, insomma, non con i ragionamenti di coloro che si credono sapienti, intelligenti, e ci portano lontano da lui, ma come i piccoli, “accoglierlo con cuore semplice”.
Perché, oggi Gesù, deposto in quella mangiatoia, vuole offrirsi a noi. Spalanchiamo la porta del nostro cuore e facciamo entrare la sua luce, che può illuminare le nostre tenebre più profonde e trasformare la nostra vita, sapendo cogliere nella nostra quotidianità, i segni della presenza silenziosa e discreta di Dio che ci passa accanto nella nostra vita.
Il mio più sincero augurio per tutti voi è quello di vivere questo santo Natale, affinché tutto non nasca e finisca oggi, perché Natale può accadere ogni giorno, quando Gesù dimora nel nostro cuore, e portare a chi ci sta accanto la nostra gioia, trasmettere quella pace che abita la nostra vita, perché abbiamo conosciuto che Dio ci ha amati e sappiamo di essere amati da lui.
Padre Michele Messi, passionsta