L’inizio di un anno nuovo, sempre simboleggia una pioggia di grazia: auguri, benedizioni, ringraziamenti, speranza. Perché stiamo vivendo nell’epoca escatologica, ciò significa che il futuro è più bello di oggi. Siamo nell’attesa, come nel tempo di Avvento, però, con la nascita di Gesù bambino, il nostro attendere ha preso più forza. Ecco, l’evangelo di oggi: grazia su grazia!
Kabbalah, significa una conoscenza esoterica, che è un altro nome dell’albero della vita. Quando ancora, nell’inizio del tempo della creazione, Dio ha dato un divieto per i primi due uomini, Adamo e Eva, per non mangiare il frutto dell’albero della vita. Perché in quel periodo l’uomo, simile a un bambino, non aveva ancora la capacità di ricevere la grazia immensa da Dio; quindi, Dio preparava un regalo per il futuro, per quando gli uomini, crescendo, diventavano capaci di tenere un dono così grande. Tuttavia, i nostri antenati Adamo e Eva, non capiscono l’intenzione di Dio; quindi, pensano Dio nell’altra direzione con la tentazione del serpente. Dopodiché, tutto il destino della storia umana diventa un ritorno a Kabbalah – albero della vita. La luce entra nel mondo anche per questo motivo: Dio vuole ridonare quel regalo agli uomini.
La crescita nella vita è un processo, di imparare ad aprirsi per ricevere più grazia: da una goccia fino ad una pioggia. La qualità della felicità dipende in quale dimensione l’uomo possa aprirsi: ciò può trasformare la paura in fiducia, il piccolo Ego al grande Super-sé.
Questi giorni ho sentito una storia da una piccola ragazza. Lei, anche se non lo sa, viene educata dai suoi genitori, affinchè non mangi i cibi dagli altri, perché non sa se dentro quel cibo, ci possa essere qualcosa che faccia male. D’ora in poi, lei non può mai ricevere i cibi dall’esterno, perché nel suo inconscio questo gesto significa una minaccia per la sua vita. È vero che nella storia umana possono esserci casi in cui dentro i cibi ci sia veleno, però, se guardiamo a questi circostanze dentro nostra vita, anche nostra vita si rovina. “La forza della Luce” è cambiare queste sitauzioni di tenebra, con i casi dalla luce. Cioè, meglio credere che i cibi ricevuti dagli altri siano un prodotto d’amore, come gli agricoltori ricevono i cibi dalla terra.
Dunque, l’inizio di un nuovo anno, ha il grande compito di pulire i pensieri e la memoria negativa con i ringraziamenti e gli auguri. Perché, per uscire dalle tenebre, l’unica via è dare il benvenuto alla Luce-Verbo di Dio. Solo quando lo spazio interiore è pieno della Luce, le tenebre si diradano.
Dio non è morto nel tempo postmoderno, ma continua a svegliare e guidare gli uomini sulla strada per ritornare al giardino dell’Eden. Dio è la Luce, così gli uomini non possono cadere nella notte e possono camminare con grande tranquillità nella giornata, perché quella Luce è più luminosa che il Sole.
Un giorno, noi andremo ad abbracciare Kabbalah e goderemo insieme, di grazia su grazia, sotto l’albero della vita.
«Tutto ciò che puoi immaginare è reale» – Pablo Picasso
Felice 2022!
Sophia Lilin Wu ‑ studentessa della Pontificia Università Gregoriana, professoressa della Università degli Studi “Gabriele d’Annuncio” Chieti-Pescara