L’Ucraina sta sanguinando. I diritti delle persone libere e il diritto all’indipendenza del popolo ucraino sono violati sotto gli occhi del mondo. Oggi l’Ucraina, e domani…? Non ci sono frontiere per l’impero di Putin che egli non sia capace di attraversare, né quelle dello stato né quelle della morale. Cosa succederà dopo? La lotta dell’Ucraina per la libertà è anche una lotta per la forma dell’Europa in futuro e per una civiltà occidentale basata sul rispetto dei diritti umani e dei popoli.
Nel suo discorso all’ONU di New York (2 ottobre 1979), pronunciato all’epoca della guerra fredda, Giovanni Paolo II disse che la genesi dei conflitti armati era l’ingiustizia e il disprezzo dell’uomo. La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, promulgata nel 1948, è nata dalle dolorose esperienze che l’umanità ha vissuto nel XX secolo: la tragedia delle guerre, i campi di sterminio come Auschwitz, i campi sovietici di Gulag, la sofferenza e il sacrificio di milioni di persone.
Quando le ragioni politiche o economiche prevalgono sui valori spirituali e sui principi morali, allora “l’umanità è in pericolo di collasso”, come ha indicato Giovanni Paolo II. Oggi, queste ragioni stanno diventando una scusa per la vigliaccheria e per nascondere la testa sotto la sabbia, come è per quei paesi che si oppongono alle sanzioni contro la Russia. La mancanza di una valutazione morale univoca e la mancanza di solidarietà tra gli stati sta approfondendo il caos e indebolendo la determinazione di opporsi all’aggressore.
“Il germe della guerra germoglia lì”, disse il Papa nel 1979, – “dove i diritti inalienabili della persona umana sono violati”. La violazione di questi diritti è una forma di guerra contro l’uomo. Questo sta accadendo in tanti luoghi del mondo, anche e purtoppo nel nostro tempo. Gli imperi militari della Russia o della Cina hanno aumentato i loro arsenali di combattimento, grazie alla cooperazione economica dei paesi occidentali che hanno chiuso un occhio sulle violazioni dei diritti umani.
L’Ucraina sta combattendo e sanguinando. Putin e altri leader della Russia imperiale hanno negato al popolo ucraino il diritto alla libertà, all’autodeterminazione, alla propria storia e cultura.
Le scene che ci arrivano dal campo di battaglia sono struggenti. È una lotta per la libertà che deve estendersi anche alle nostre menti, alle nostre scelte, giudizi e decisioni.
Mentre preghiamo per la pace in Ucraina, preghiamo non solo per la cessazione dell’uso delle armi e delle ostilità, ma per il rispetto del diritto legittimo e inviolabile di ogni nazione alla libertà. Solo il rispetto della libertà di ogni uomo, di ogni paese e nazione, è alla base di una pace duratura ed internazionale.
La libertà è “la forza motrice della storia”, come disse Giovanni Paolo II alle Nazioni Unite (5.10.1995), ma è anche la misura dell’umanità. Libertà basata sulla verità sull’uomo, sulla saggezza e la virtù, sulla forza spirituale, che si esprime nelle parole dei soldati dell’ultima guerra: “per la vostra e la nostra libertà”.
Nel suo discorso alle Nazioni Unite (1995), dopo i cambiamenti politici seguiti al crollo dell’URSS e all’indipendenza di molti paesi, tra cui l’Ucraina, Giovanni Paolo II sottolineò che non era sufficiente rifiutare il potere tirannico, ma che la libertà delle nazioni doveva essere basata non solo su trattati politici, ma anche su principi morali che distinguessero il bene dal male. Allora la libertà diventa la forza della solidarietà sociale e internazionale e la responsabilità di una nazione per un’altra.
I conflitti armati hanno la loro origine nella violazione dei diritti delle nazioni – ha indicato Giovanni Paolo II nel già citato discorso del 1995. Varie ideologie e interessi portano a questo. Questo problema non era solo all’inizio della seconda guerra mondiale, ma minaccia il mondo nell’epoca della globalizzazione. La ricerca di benefici a tutti i costi approfondisce le divisioni, l’indipendenza politica di molti paesi corrisponde alla loro indipendenza economica.
Giovanni Paolo II ha sottolineato la necessità di una Carta dei Diritti dei Popoli per assicurare un ordine giusto nel mondo di oggi. Essa dovrebbe garantire il diritto di una nazione ad esistere e a preservare la sua lingua e cultura, a vivere secondo le sue tradizioni e ad educare le nuove generazioni. Questi diritti dovrebbero essere accompagnati da un’indicazione di responsabilità nei forum internazionali, al fine di consolidare la coesistenza pacifica, la solidarietà, lo sviluppo di tutti e l’unità della famiglia umana.
La Carta dei Diritti dei Popoli, che è un importante supplemento alla Dichiarazione dei Diritti Umani, non sarà altro che un pezzo di carta per i dittatori, ma sarà una bussola morale per le nazioni che vogliono vivere in libertà e indipendenza.
La nazione ucraina eroicamente in lotta, che sta difendendo il suo diritto alla libertà e all’indipendenza, è oggi una bussola morale per il mondo, indicando che ci sono valori e principi che devono essere difesi e difesi in modo solidale.
Andrzej Dobrzyński