La sapienza infatti è uno sguardo, un punto di vista sulla vita che la rende più leggera e bella. Gesù è una rappresentazione della sapienza, colui che ha uno sguardo di 360° e mai si chiude in sé, in un orizzonte ristretto. Gli scribi e i farisei, quando condussero una donna sorpresa in adulterio e intendevano lapidarla, dimostrarono uno strettissimo sguardo dei fatti. Ricordano Gesù, quando una volta rispose loro: «perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?» (Mt 7,3). Lo stesso come nel vangelo di oggi, Gesù disse a loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei» (Gv 8, 7). La bella differenza tra Gesù e i farisei è che Gesù ha uno sguardo di 360°, invece i farisei e gli scribi hanno uno sguardo di 1°. Quindi Gesù ha una visione più ampia e integra della realtà, cioè colui che è più vicino alla verità.
La donna era stata sorpresa in adulterio, questo è solo un aspetto dei fatti. Dietro questo gesto, sicuramente c’è un mondo da scoprire. Per esempio, magari la motivazione che l’ha spinta a compiere ciò, era quella di guadagnare dei soldi per comprare il cibo per il suo bambino, colui che sta per morire a causa della fame; oppure l’urgenza di pagare i debiti di suo marito, come un sostengo per la sua famiglia; oppure con l’intenzione di comprare delle medicine per sua suocera che stava allettata. Quindi, possiamo renderci conto che quella donna ha un suo background della vita, con la sua miseria. Non possiamo più semplicemente condannarla. Inoltre, se anche noi ricordiamo che abbiamo attraversato momenti difficili, e il bisogno di fondi per le spese della vita, non possiamo più pensar così male di lei. Contrariamente, dal cuore nasce la compassione e la misericordia come Gesù. Ecco la sapienza dello sguardo a 360°.
Durante la Seconda guerra mondiale, Bert Hellinger scrisse una poesia per Hilter, che diceva: «Hilter, ti guardo come un uomo. Come me, con il padre, la madre e con un destino definito…». Questa poesia, finora ha condannato Hellinger, da parte delle popolazioni europee. Però, quello scritto presenta uno sguardo più di 1°.
«Quando dico amorale intendo questo: una donna con un bambino illegittimo, una convivente o un omosessuale una volta venivano esclusi. Un tempo si tenevano anche nascosti i bambini illegittimi. Tutti questi atteggiamenti corrispondevano alla morale di allora».
Questa morale serve per mettersi in una posizione di superiorità rispetto agli altri. Tutte le discussioni più sgradevoli sono causate da questo atteggiamento di base: “Io ho più diritti di te, io posso limitarti” – questi sono gradini verso l’annientamento». (Bert Hellinger, Riconoscere cioè che è, Milano 2004).
Sophia Lilin Wu – studentessa della Pontificia Università Gregoriana, professoressa della Università degli Studi “Gabriele d’Annuncio” Chieti-Pescara
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