Il nuovo comandamento è diverso dal comandamento antico, perché quello vecchio si fonda sulla legge, ma questo nuovo si fonda sulla libertà, cioè amore. Gesù mai ci richiede una cosa che supera la nostra capacità, però lui ci richiede la pienezza dell’umanità, cioè amore vicendevole. Nei caratteri della lingua cinese, l’uomo si scrive 人, evidentemente possiamo vede due persone che si sostengono l’uno all’altro. Quindi, come uomini, siamo uniti e solidali, la natura umana manifesta una comunità. Che cosa fa la comunità? L’amore.
Secondo la filosofia moderna, l’essere umano è come ζοον λόγον ἔχον, cioè animale relazionale. Il volto umano è sempre verso qualcun’altro, per questo motivo, non possiamo vedere la nostra faccia, ma possiamo vedere il volto degli altri facilmente. Siamo fatti per gli altri. Perciò, la chiave verso la felicità è vivere nell’amore: essere amati e amare l’altro. Il gesto d’amore è una donazione liberante ed incondizionata. Dio ama l’uomo, dunque rivela il suo volto in Gesù Cristo, secondo Karl Rahner, che è l’autocomunicazione ed autodonazione. Nonostante abbiamo le sfide del covid finora, ma l’amore dalle nostre cellule ci rende più forti di prima. Questi giorni, nella nostra residenza, le suore e le ragazze stanno in quarantena; tuttavia, l’amore dai vicini e dai propri corpi, distrugge senza tanta fatica la febbre. Dopo pochi giorni, tutti stanno meglio e possono lavorare normalmente nella propria camera. L’amore è una medicina più efficace per qualsiasi malattia, quell’amore sia dagli altri, sia da noi stessi.
Amare l’altro non vuol dire odiare sé stessi, anzi, amare gli altri deve essere alla base dell’amore di sé. La verità è che quando una persona inizia ad amare il proprio sé, lui/lei può veramente amare l’altro. Se uno sempre critica gli altri, secondo la ricerca della psicologia, quella persona infatti è tanto critica verso di sé. Gli altri sono lo specchio di sé. Quindi, una buona relazione con questo mondo e con la società comincia da sé. Amare Dio è un esercizio dell’amaro di sé, e la conseguenza è amare gli altri. Amare il sé vuol dire fare tutto come con il proprio amante. Ad esempio, se volevo tanto mangiare hotpot con mio fidanzato, per esercitare l’amore verso me stessa, posso anche andare al ristorante cinese per ordinare un hotpot da sola. Se volevo cucinare Pierogi Ruski per il mio amante, posso anche cucinare per me stessa quando sono senza lui.
L’amore è un gesto della condivisione, quindi se nella tua bottiglia ancora non è riempita d’acqua, come puoi condividere con altri? Lo stesso, se nel tuo mondo di sé, ancora non sei pieno della gioia e la felicità, come puoi dare gioia e la felicità agli altri?
In breve, il nuovo comandamento non vuol dire andare dagli altri e fare tutto, ma vuol dire esercitarsi di riempiere il proprio cuore con l’amore. Con questa base, amare gli altri succede automaticamente e naturalmente.
Sophia Lilin Wu – studentessa della Pontificia Università Gregoriana, professoressa della Università degli Studi “Gabriele d’Annuncio” Chieti-Pescara.
Fot. Sam Manns