Dio è uno e trino. Questo è l’immagine ufficiale di Dio. Però, da generazione in generazione, i fedeli hanno una tendenza di focalizzare Dio sull’unità e trascurare la trinità. Quindi, la festa solenne della Trinità è un’occasione per farci ricordare la trinità di Dio. Nel libro irlandese, Windows on Social Spirituality, Aileen Walsh cercava di ricuperare il “Trino” di Dio. Secondo lei, se questo carattere relazionale di Dio fosse più riscoperto, le nostre relazioni e la vita dentro le relazioni, avrebbe una fonte più stabile. La sua logica è che se a Dio piace vivere nella relazione, le relazioni per noi possono essere molto valorizzate. Le relazioni sono sicure e non abbiamo bisogno della paura per entrare in relazione. Come diceva Thomas Merton, nessuno è una isola isolata.
P. Jim Corkery SJ nel suo corso DIMENSIONI SOCIALI E CULTURALI DELLA GRAZIA (TFC022) della Pontificia Università Gregoriana, una volta ha menzionato tre punti sulla grazia: la grazia non è una cosa, perché la grazia è sempre mediata, la grazia è una relazione. Quindi, la Trinità è una grazia nelle relazioni; le relazioni sono la grazia. Forse, è il momento per ringraziare Dio di tutte le relazioni che abbiamo nella nostra vita, perché tutte vengono dalla Trinità. Io credo sempre che coloro che arrivano nella mia vita siano Angeli, perché loro sono grazia. Magari, alcuni vengono soltanto da me per dare un sorriso e un buongiorno, ma la loro presenza è un dono che illumina tutta la giornata. Nonostante non tutti mi piacciono, ci sono anche alcuni che mi danno fastidio, però queste persone vengono per aiutarmi a vedere la parte tenebrosa ed oscura che è dentro di me. Quindi, l’umanità è un’unità. Spesso, gli psicologi scoprono che quando una donna non può accettare certi comportamenti del suo proprio marito, il risultato è perché lei non può accettare questi problemi di sé. Lei però, solo si nasconde; quindi quando è in relazione con il suo partener, lei entra un tunnel di scoraggiamento. Lo stesso, se io non posso sopportare certi fatti da una mia coinquilina, per esempio, quando lei prende sempre lo yogurt bianco dalla comunità per sé e lascia gli altri tipi per le altre persone, questo riflette che anche io ho quel desidero, solo lo nascondo. Io cerco di non farlo come lei per educazione, però anche io vorrei prendere prima di tutto quello che mi piace, e non lasciare le cose mi piacciono agli altri.
Siamo uomini, quindi siamo O ἄνθρωπος φύσει πολιτικoν ζῷον ed “animale relazionale”. Le cose più belle nella nostra vita sono l’aspetto comunitario. Quindi, se un giorno, tu vedi una persona che sta facendo una cosa buona, per favore, prova ad essere felice come se quella cosa buona è fatta da te. In realtà, nel livello soprannaturale, non c’è la differenza tra lei, lui, o tu che fai una cosa. Tutto arriva alla stessa destinazione. Alcuni santi, nonostante loro siano santi in cielo, la loro santità ha già santificato la terra. Ad esempio, grazie a S. Francesco d’Assisi, Santa Chiara, S. Gabriele d’addolorata, quando entriamo nella terra d’Assisi, sentiamo la pace, la devozione e la purezza. Quindi, non c’è alcun bisogno di essere gelosi. Le cose di belle appartengono sempre a tutta l’umanità.
Nel tempo moderno, c’è un segreto per diventare ricchi: being happy, con le genti, le quali ricevono la ricchezza o un buon lavoro, come se questo succede a te. Così, la buona fortuna ritorna subito da te, se tu veramente ti senti sempre gioioso e grato, con gli altri che sono fortunati.
Sophia Lilin Wu – studentessa della Pontificia Università Gregoriana, professoressa della Università degli Studi “Gabriele d’Annuncio” Chieti-Pescara.
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