L’eucaristia ευχαριστία, condivide la stessa radice con ευχαριστώ (grazie). Nella tradizione cattolica, l’eucaristia si chiama anche “sacramento del ringraziamento”. Quindi, se qualcuno fuori dalla Chiesa cattolica ci domanda: perché voi cattolici celebrate l’eucaristia ogni giorno? La risposta è perché ogni giorno dobbiamo ringraziare; di più, perché il ringraziamento compie miracoli.
Quando Gesù prese i cinque pani e i due pesci, lui alzò gli occhi al cielo, ringraziò il Padre, poi sui pani e i pesci recitò la benedizione. Il gesto più significativo qui è il ringraziamento. Cinque pani e due pesci ovviamente non sono sufficienti per soddisfare tutte le genti, ma con il ringraziamento, aumentano improvvisamente. «A colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza, ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha» (Mt 13,12). Se Gesù si preoccupasse per la mancanza del cibo, concentrandosi su quello che non ha, magari quei cinque pani e due pesci saranno tolti da parte del Padre. Contrariamente, quando Gesù vedendo quello che ha, ringrazia anche e focalizzandosi sul cibo che ha, il Padre celeste verrà in aiuto e sarà nell’abbondanza. Questo è il segreto dell’universo per colui che vuole godere la fecondità sia materiale sia spirituale.
Il corpo di Cristo è solo un piccolo pezzo di pane, però se un fedele ringrazia che possa ricevere questa piccola parte, il Regno di Dio sarà dato a lui. Lo stesso, come succede spesso nella nostra esperienza quotidiana, ci sentiamo indifferenti quando riceviamo il Corpus Domini, la nostra vita rimane la stessa, e sembra che non ci sia la benedizione divina. Per alcuni, la partecipazione eucaristia veramente è una trasformazione. La loro preghiera può essere sempre esaudita efficientemente. L’unica risposta è che per loro, l’eucaristia veramente è un momento di ringraziamento. Tuttavia, per alcuni, soprattutto la gente che va a Messa ogni giorno oppure i sacerdoti, l’eucaristia facilmente diventa un’attività secolare abituale come fare tre pasti giornalieri, oppure lavare i denti dopo aver mangiato e bevuto.
Alcuni giorni fa, un amico celebrava il suo compleanno. Nonostante lui ha già ricevuto tanti regali, la torta e un mare di auguri dalla famiglia e gli amici, lui non è felice. Lui diceva a sé stesso che questo giorno non è un buon giorno, perché i regali non corrispondono il suo gusto. Anche se lui va la messa ogni giorno, la sua vita non ha la possibilità da trasformare, e la sua vita manca la gioia della sorpresa. Se vogliamo capire il cuore di Dio, possiamo cominciare dagli uomini. Se io ho dato un regalo ad una persona, quando lui riceve questo regalo, se lui sente la profonda gratitudine e mi ringrazia con tutto il cuore, probabilmente io cerco di dare di più volentieri. Se una persona quando riceve i miei regali e lamenta questi regali non sono buoni, ho l’intenzione di togliere quelli che ho già dato. Per Dio è lo stesso. Se ringraziamo per la nostra salute, e ringraziamo per questa giornata nella terra come nel cielo, sicuramente Dio ci darà più belle giornate e ci renderà più forte e in salute. Se lamentiamo per la malattia oppure per quel giorno, Dio magari anche toglie quello che abbiamo.
Anni fa, quando attraversavo un momento molto difficile nella mia vita, sono andata da p. Polikarp Nowak, famoso latinista nel campo di diritto canonico, segretario di papa S. Giovanni Paolo II, papa Benedetto XVI e papa Francesco, ora ritirato in Polonia. Mi ricordo che lui sempre mi ha detto che dovevo esercitare i ringraziamenti. Quindi, dopodiché, esercitandomi nel ringraziamento ogni momento, la mia vita è veramente cambiata. Quando mi sveglio la mattina, ringrazio Dio che ho passato una notte così tranquilla e ho riposato benissimo. Due anni dopo, ho completamene guarito i problemi di sonno che avevo da tanti anni. Se ci concentriamo su quello che abbiamo e ringraziamo per quei doni, la vita è veramente piena della sorpresa. Un altro esempio di oggi, nel domandare la borsa di studio di NAWA per andare la Polonia estate, ho mancato la traduzione del certificato delle università. Questi giorni sono tutti nella sessione di esami, sembra impossibile di trovare un aiuto, però prima di entrare nella Biblioteca, ho fatto la meditazione di ringraziamento nella cappella della Gregoriana. Chissà, quando sono entrata nella Biblioteca, un amico polacco mi salutava e volentieri mi ha aiutato la traduzione del certificato.
I’ ευχαριστία = l’ευχαριστώ. Ringrazia! Perché «A colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha» (Mt 13,12).
Sophia Lilin Wu – studentessa della Pontificia Università Gregoriana, professoressa della Università degli Studi “Gabriele d’Annuncio” Chieti-Pescara