La porta per entrare in paradiso è stretta, perché come tutte le relazioni, l’amore tra Dio e l’uomo, esige anche un certo impegno. Così, possiamo essere degni come figli di Dio e di poter avere onore di incontrare Dio. Gli esercizi spirituali sono esercizi della vita: la nostra vita è una competizione. Questa competizione non si gioca con il talento oppure con la competenza, ma si gioca solo con l’amore: per Dio e per il prossimo. L’amore non si può misurare, però Dio può giudicare le cose più sottili dentro il nostro cuore.
Come l’emozione, il livello della nostra spiritualità sta nel cambiamento circolare. Quindi, alcuni nel tempo iniziale della propria vita, magari sono molto indietro nell’esaminare la propria coscienza e comportarsi bene. Tuttavia, dopo la confessione, anche lui può diventare un uomo, un grande santo, pieno della virtù e della religiosità. Una famosa figura che possiamo subito contare a mano è Sant’Agostino. La sua confessione finora è un esempio vivo per spiegare l’Evangelo di oggi. Nonostante l’esperienza del peccato, finché la vita terrena non raggiunge la fine, ciascuno può tornare sulla giusta via e correre velocemente. L’ultimo può diventare il primo. Lo stesso, uno senza la costante prudenza, può anche cadere indietro e perdere il biglietto per entrare in paradiso. Ci sono tanti famosi artisti e autori, che hanno avuto tanta gloria per i propri talenti. Però, alcuni fanno quello che vogliono, e pensano come se loro fossero Dio, quindi, non solo perdono i loro denari, ma anche la vita. Dunque, la prudenza serve in tutti i momenti.
La settimana scorsa, ho visitato il museo di Auschwitz-Birkenau. Ho rivisto per la seconda volta la cella sotterranea di San Maximilian Kolbe. Anche il luogo dove è morta Santa Edith Stein, Anne Frank. I giovani accanto chiacchieravano, che se fosse stato il loro stesso destino, meglio suicidarsi che vivere lì in un modo insopportabile. Tuttavia, i nostri santi e la piccola Anne Frank non avevano scelto il suicidio. Contrariamente, la loro vita nel campo di concentramento si trasforma in un fiore semprevivo. È difficilissimo ricordare ancora la promessa di Dio, stando ad Auschwitz-Birkenau. Però, San Kolbe recitava il rosario e ascoltava le confessioni continuamente. Etty Hillesum, una donna semplice, nella prigionia scriveva il suo diario e pregava fedelmente. Lei portava il sole della speranza fino a fine. La sua consolazione consolava tante persone come lei nella propria cella.
Se nel campo di concentramento, le persone possono guadare il cielo e meditare il paradiso, non sarebbe più facile per noi – le persone di oggi? La porta è stretta, perché è facile dimenticarci di Dio soprattutto quando siamo pieni d’impegni terreni. La bellezza della liturgia e dell’ordine della preghiera è un ricordo della promessa di Dio. Possiamo sempre gustare i nostri passi e tornare nella strada giusta.
Michele Messi – passionista.