Solo evangelista Luca ci referisce la parabola di “un giudice disonesto e una vedova”. La parabola ha un contenuto morale e spirituale, due infatti i temi che Gesù affida ai suoi ascoltatori e alla nostra riflessione.
Il primo tema riguarda la perseveranza, la costanza, la fedeltà nella preghiera. Se scrutiamo questo tema alla luce della la domanda fatta da Gesù: “il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra”?, possiamo dire che Gesù unisce strettamente la preghiera e la fede. Se non c’è preghiera, non c’è vera fede, non c’è un rapporto personale e fiducioso in Dio.
A volte la preghiera non è facile come “pronunciare una formula magica che tutto appiana e risolve”. La preghiera è una “avventura misteriosa che nella Bibbia ha spesso la fisionomia di una lotta”.
È lo stesso San Paolo afferma nella lettera ai Romani: “Vi esorto a combattere con me nella preghiera”. L’Apostolo usa la parola greca “agonia” per sottolineare che si tratta del combattimento decisivo e supremo. La fedeltà nella preghiera, anche nei momenti del silenzio di Dio o nel tempo dell’oscurità, è una qualità indispensabile, è misura e prova di una fede matura.
La parabola odierna ci mostra inoltre un’altra qualità della preghiera, cioè la certezza dell’essere ascoltato. Gesù infatti chiede “Dio non farà giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui”? Se un giudice che “non temeva Dio” – come leggiamo nella parabola – e non aveva carità perché i Vangelo ci dice che “non aveva riguardo per nessuno”, stanco delle richieste della vedova l’accontenta, come resisterà Dio alla nostra invocazione? Questo confronto sottolinea ulteriormente la certezza della fede che le nostre preghiere non rimangono senza risposta da parte di Dio. Se un giudice corrotto e ingiusto come quello della parabola è pronto a cedere di fronte alla costanza di una vedova indifesa ed implorante, quanto più lo farà Dio, il Giudice giusto e perfetto. Nel vangelo di Luca si trova anche questa dichiarazione di Gesù: “Se voi che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre celeste darà lo Spirito Santo a chi glielo domanda.” il che spiega a dimostrare quanto Dio sia vicino e pronto ad ascoltarci.
Il secondo tema della parabola odierna ci mostra Dio come padre buono. Se la nostra preghiera esprime la fede, essa ci insegna che Dio non è lontano. La perseveranza nella preghiera va unita con la certezza che Dio agisce per il nostro bene, anche sei suoi percorsi non sono i nostri, sempre Egli si mostra Padre
La preghiera esprime la fede, la aumenta e la rende più profonda. Ha un ruolo decisivo per la nostra salvezza che si ottiene – come dice San Paolo – “mediante la fede in Cristo Gesù”.
A.D.
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